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TRIESTE DEMOCRATICA A FIANCO DEGLI STUDENTI GRECI IN LOTTA CONTRO IL REGIME DEI COLONNELLI è il titolo di un'iniziativa che si è svolta SABATO 8 DICEMBRE 2018 alle ore 16:30 al secondo piano della "Comunità Greco Orientale", in Riva III novembre 7, a lato della chiesa greco-ortodossa. Hanno parlato: Il Direttore generale del Segretariato per l'ellenismo all'estero Michaelis Kokkinos, Il deputato di Syriza Nikolaos SyrmaleniosFranco ToderoStathis LoukasAntonio Cerini (Presidente) di Quelli del '68 .

Nella pagina successiva l'intervento di Stathis Loukas, Michalis Kokkinos (Segretariato Greci all'estero), Nikos Syrmalenios (SYRIZA) e i saluti di Nikola Koutras e Costantino Buros, la poesia di Pasolini sugli studenti greci e altri documenti

Riportiamo anche il collegamento al concerto per i 90 anni di Mikis Theodorakis organizzato dalla Comunità Greca di Trieste e dal Teatro Verdi: il concerto del 2015 organizzato dalla Comunità Greca di Trieste e dal Teatro Verdi: ⇒ Prima parte ⇒ Seconda parte


I diversi interventi e saluti sono qui riportati idi seguito, sarà sempre possibile ritornare all'Indice in ogni momento 

Indice


Intervento di Stathis Loukàs

⇒Indice

Vorrei ringraziare la Presidente ed il Consiglio Direttivo della Comunità, che ci ha dato la possibilità di organizzare entro il 2018 questo incontro, del quale, formalmente, promotore è l’associazione «Quelli del ’68».

L’intento di questo incontro è prima di tutto mettere in evidenza il contributo del movimento studentesco Greco antidittatoriale, durante gli anni 1968-74, caratterizzato anche dalla morte di tre compagni di lotta:  Kostas Gheorgakis, Ghiorgos Tsikourìs, Elena Maria Angeloni e in più Kostas Kotsakis, bandito dai Colonnelli, ucciso dalla sofferenza per la perdita dei due compagni di lotta, e la tortura dei sospetti dopo.

Inoltre, questo incontro vuole mettere in evidenza la solidarietà del movimento Studentesco antifascista e progressista italiano. Una solidarietà che era caratteristica della sua attività in quegli anni. E parafrasando un detto di Kotsakis «parlare di Italiani che hanno aiutato la lotta antidittatoriale anche con pericolo della loro vita».

Vorrei a questo punto fare un accenno al filo rosso della solidarietà che si è srotolato in quegli anni. Il mio rapporto con l’Italia è antecedente agli anni degli studi. Comincia nel mio paese, con i racconti, degli sconfitti, sulla Resistenza, sul ruolo degli Italiani. E prosegue con racconti sul salvataggio degli ex-Occupanti Italiani dopo l’armistizio dell'8 Settembre del 1943. Aiutato, in questa ricerca, sul perché, specialmente dalla fine degli anni Cinquanta, visitavano il paese vari Italiani, portando regali a certe famiglie. La risposta che ho avuto è che soldati Italiani della Acqui, scampando da Cefalonia, avevano trovato ospitalità nel mio paese. E nonostante dagli Occupanti fosse stato impiccato un giovane partigiano, nessuno aveva torto a loro un capello. Il perché lo ho appurato più tardi. Uno di questi Italiani, verso gli anni 70, ha aiutato un giovane del mio paese a venire a studiare in Italia.

Il filo rosso di questa solidarietà, che meglio racconta un amico - che ha studiato a Trieste (1968-72) – nel suo ⇒ libro «Divisione Pinerolo, Cronaca della sua Resistenza e della sua Sofferenza» ho riscontrato in quegli anni 1968-74 non solo a Trieste, ma anche in diverse parti dell’Italia, da Napoli a Genova, da Trento a Pisa, accompagnata da domande sul comandante Marcos e sull’ «Uomo col garofano» [NdR Níkos Beloyánnis, comandante partigiano e comunista, fucilato nel 1952, in piena guerra fredda, per la cui liberazione Picasso lo ritrasse con un garofano rosso in mano].

Questa di solidarietà, di risposta, si è rafforzata ancora di più perché si è incontrata con le strutture di una Democrazia che è venuta fuori dalla sconfitta del fascismo - non è casuale che mi abbia ospitato a lungo un ex deportato a Mauthausen. Come conseguenza, abbiamo avuto il più forte movimento di solidarietà a livello europeo, al quale partecipava l’insieme dell’arco Costituzionale, che ha aiutato non solo materialmente, in infiniti modi, ma anche intellettualmente con nuovi impulsi di pensiero politico, nel senso di elaborazione dell’azione politica, per un insieme di giovani che provenivano da un paese con una democrazia zoppa e debolissima ancora prima della sua eliminazione in seguito al Golpe. Aiuto materiale ed intellettuale che ci ha aiutato molto a insistere e resistere.

Così si spiega il perché – nonostante ci fossero pochi studenti Greci –anche a causa della sua posizione – Trieste era diventato un importante centro di “riserva” e di aiuto per i compagni all’interno del Paese. Non è casuale che Theodorakis sia venuto tre volte in questa area geografica (Trieste, Udine, Portorose) e che in questa città esistessero i principali gruppi politici di resistenza con attività molto interessante anche verso la Grecia. Situazione che smentisce i moderni revisionisti della grecità di Trieste, che disgraziatamente tocca anche rappresentanze istituzionali e suona in concordia con l'ultra-sovranismo e razzismo di certi settori di centrodestra e di destra estrema.

Questo filo rosso della solidarietà umana e democratica – tra i nostri paesi - si è srotolato anche in questi anni di sofferenza per la Grecia, non solo a causa dei nostri sbagli ma anche sostanzialmente per imposizione di politiche sbagliate. Come ammettono a posteriori anche organismi internazionali non controllati da nessun Demo. Piccola indicazione, questa, della necessità di un salto di qualità a livello europeo.

Effettivamente la sfida che abbiamo davanti a noi, è come srotolare a livello Europeo il filo rosso di una solidarietà Democratica e antirazzista, per affrontare i pericoli che derivano dal diffondersi dei nazionalismi sovranisti e razzisti, ed anche contro le politiche Europee delle quali, in un certo senso, quei nazionalismi sono conseguenze.
Una Solidarietà che può contribuire alla formazione di un nucleo di valori e di idee che sia combinazione di quello del passato, che resta ancora vivo e lega, formando un insieme compatto, con le nuove contraddizioni e valori: p.e. « profughi, lavoro, ambiente». (globalismo con giustizia sociale, green society, low carbon, green economy).
E tornando al razzismo diffuso, credo che possa essere di grande aiuto, come strumento di lotta politica antirazzista , anche l’Archivio dei documenti (1937-1940) del console Greco a Trieste ⇒ Luigi Scarpa che, ai tempi della persecuzione, ha contribuito alla salvezza di Ebrei non solo di origine Greca.

Stahis Loukas


Intervento di Michalis Kokkinos

Segretariato generale per i Greci all'estero

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Parlare del sessantotto in Italia non e’ una cosa da ogni giorno per un Greco come me. Perché in Italia il sessantotto ha avuto, per tutti gli studenti greci e tutti i Greci i quali per causa della dittatura erano venuti in Italia, un aspetto politico molto particolare.

Perché?

Ma proprio a causa della dittatura dei colonnelli. L’aria di un movimento sociale come il 68 e della lotta per un mondo migliore a livello di utopia ha cambiato quasi del tutto la geometria sociale nel piccolo mondo dei Greci che allora vivevano in Italia. Le idee del movimento sessantottino hanno contribuito in maniera significativa al risveglio dei giovani greci contro i colonnelli. Negli anni della dittatura dei Colonnelli, tra il 1967 e il 1974, moltissimi giovani studenti greci si trovavano in Italia, dove formarono forti organizzazioni studentesche di opposizione che, in quel periodo di impegno politico sovversivo da parte della maggior parte dei coetanei italiani, avevano un impatto molto forte sulla società italiana.

E’ cominciato un grande dibattito sulla situazione politica in Grecia, all’inizio fra i Greci che vivevano in Italia, poi all’Università con gli amici Italiani, poi un po’ dappertutto. Pian piano, con il contributo dei Greci in Italia, e’ cambiata la geometria sociale anche fra gli Italiani e i discorsi politici si riferivano anche al problema Greco. Le reazioni della società italiana contro la realtà politica greca di allora son diventate, tra virgolette, piu “rivoluzionarie” .

Ma purtroppo la geometria sociale non ha sempre impatto sull’Algebra politica oppure si potrebbe dire che non abbia un impatto veloce.
Ma la gioventù non può aspettare a lungo. La politicizzazione degli anni settanta in Italia, soprattutto nell’ambito universitario, aveva messo in fiamme i cuori giovanili dei Greci che vivevano in Italia.
E’ cosi che si presentano gli atti eroici della gioventù greca. Kostas Georgakis, nato a Corfù il 23 agosto 1948, si uccide, bruciandosi, a Genova il 19 settembre 1970.
Perché?
Perché fra l’ altro voleva ottenere un impatto veloce e forte della geometria sociale sulla matematica della politica italiana.
Kosta Georgakis frequentava l’università di Genova e nel 1968 si era iscritto all’ «ΕΚΔΗΝ» (Ekdin), organismo giovanile dell’Unione di Centro a cui appartenevano, fra gli altri, Alexandros Panagoulis e Andreas Papandreou.
L’ insofferenza per la dittatura in Grecia lo portò a dare il 26 luglio 1970 una intervista ad un periodico di Genova in cui, in modo anonimo, denunciava la dittatura, e denunciava anche la formazione di una associazione con il nome “Lega Nazionale degli studenti greci in Italia”, formata da persone Greche che non erano studenti ma fingevano di esserlo. Avevano sedi nelle principali città universitarie italiane e lavoravano per i servizi segreti greci, la cosidetta KYP, schedando e denunciando gli studenti Greci democratici. Fra l’ altro Kosta Georgakis ha denunciato anche il legame segreto fra i colonnelli ed alcuni militari e politici italiani i quali appartenevano all’estrema destra.
Dopo tutto questo Kostas Georgakis ha avuto dei problemi al Consolato Greco e si dice che e’ stato anche aggredito da qualcuno che apparteneva all’organizzazione che si riferiva ai servizi segreti dei colonnelli.
Cosi Kostas Georgakis si e’ comportato da eroe.
Decise di bruciarsi e lo fece urlando "Viva la Grecia libera" il 19 settembre 1970 in Piazza Matteotti. Per quattro mesi le sue spoglie rimasero insepolte a causa degli ostacoli burocratici che il Consolato e il Governo greco opposero al trasporto a Corfù.

Georgakis ha lasciato scritto ad un amico:
"Sono sicuro che presto o tardi i popoli europei capiranno che un regime fascista come quello greco basato sui carri armati non rappresenta solo un'offesa alla loro dignità di uomini liberi ma anche una continua minaccia per l'Europa.... Non voglio che questa mia azione venga considerata eroica poiché è niente altro che una situazione di mancata scelta. D'altra parte risveglierà forse alcune persone alle quali farà vedere in che tempi viviamo".
Qual’ e’ stato l’ impatto del suo atto?

Basta dirvi che una canzone greca, una canzone che quasi tutti in Grecia conosciamo e abbiamo cantato, si riferisce a Kostas Georgakis.
La notissima canzone del grande cantante e musicista greco, la canzone del buon vecchio cantautore Dionisis Savvopoulos  ⇒ “Ode a G.K. (Georgios Karaiskakis) è in realtà un' “Ode a K.G.” (Kostas Georgakis), ed il cambiamento di nome nel titolo avvenne per aggirare la censura della dittatura.

Georgios Karaiskakis e’ stato un eroe della rivoluzione d'Indipendenza greca del 1821 contro gli Ottomani. Karaiskakis morì durante l'assedio di Atene. E’ diventato un mito, una leggenda per tutti i greci.

Kostas Georgakis e’ uno dei molti. E’ uno di quelli del sessantotto.

E’ questa la bellezza della diaspora Greca. E’ che fa veramente parte della storia Ellenica, partecipa in tutti i grandi momenti.

Parlando di quelli del sessantotto ... sono quei Greci del sessantotto italiano che hanno portato l’ aria del sessantotto in Grecia.

E’ cosi che e’ cominciata tutta la storia politica Greca dell’ ultimo mezzo secolo.

Michalis Kokkinos, Segretariato generale per i Greci all'estero


 

Intervento di Nikos Syrmalenios (SYRIZA)

Membro del Parlamento Ellenico - Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA)

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Solidarietà al popolo Greco, solidarietà al Movimento Studentesco Ellenico. Momenti del periodo 1967 - 1974

Cari compagni e compagne, amici del popolo greco,

Prima di tutto, vorrei ringraziare la vostra organizzazione per l’invito a questa conversazione tra uomini e donne vissuti in quel periodo in diverse città dell’Italia, durante gli anni duri della dittatura in Grecia. Ed è per questo che mi sento troppo commosso a trovarmi dopo tanti anni fra di voi.

Immagino inoltre che la denominazione della vostra associazione italo- greca “Quelli del 68” ha la sua origine in quell’epoca delle lotte in diversi Paesi europei, come la Francia, l’Italia ed inoltre la Grecia, dove la Giunta dei Colonnelli aveva installato un regime militare dittatoriale, con il sostegno degli Americani, a favore dei loro interessi nell’area del sud-est mediterraneo e del Medio Oriente. Non era un caso che due mesi dopo il colpo di stato in Grecia, scoppiò la Guerra dei Sei Giorni, con l’occupazione della Striscia di Gaza, in Palestina. E tutto questo in un contesto più ampio per le lotte di solidarietà, in cui un ruolo prevalente aveva la lotta del popolo del Vietnam, che aveva causato una grande ondata di lotte in tutto il mondo.

https://www.quellidel68.it/doc/images/1973/C19731117_GR_RivoltaPolitecnico.jpgCi trovammo allora molti di noi a vivere e studiare in Italia, parecchi anche prima dell’Aprile del ’67, e la maggioranza dopo il 1969. Io, personalmente, dal settembre del ’69 mi trovavo a Bologna, la città rossa, la città medaglia d’oro della resistenza, con un partito comunista molto forte, in cui erano tesserati più di 300.000 membri. A Bologna si trovavano come studenti circa 5000 greci. Il movimento studentesco greco contro la dittatura e contro i colonnelli, a Bologna ed in tutta Italia, diventa man mano molto forte e conosce il momento più alto durante la rivolta studentesca al Politecnico di Atene. Mi ricordo che, tutta la notte tra il 16 e il 17 Novembre 1973, gran parte di Bologna si era riempita di poster e slogan a favore degli studenti e del popolo greco, nella loro lotta contro la tirannia. Pochi giorni dopo una grande manifestazione degli studenti greci provenienti da tutte le città universitarie d’Italia ha avuto luogo a Milano. Posso dire che vi hanno preso parte più di 3000 studenti greci ed alcune centinaia di italiani, solidali con la lotta del popolo greco. La parola d’ ordine era «il popolo greco unito vincerà», mentre alcuni gruppi all’interno della manifestazione gridavano «il popolo greco armato vincerà».

Ovviamente esistevano posizioni diverse, a livello sia immediato che strategico, per quanto riguarda il giorno dopo la caduta del regime militare. Naturalmente al movimento parteciparono delle organizzazioni con orientamento diverso, dagli amici del PAK Fronte Panellenico Antidittatoriale di Andreas Papandreou, le due espressioni del Partito Comunista Greco (dell’interno e del così detto dell’estero), fino all’AMEE (Fronte Antimperialista Antifascista dei sostenitori di Mao, i cosidetti filocinesi).

Prendiamo ora le cose dall’inizio. Certo tra i momenti dominanti di questa lotta dopo il colpo di stato del 21 Aprile 1967, che diedero una grande spinta al movimento, c’era l’azione eroica dell‘ immolazione dello studente greco Kostas Georgakis, che ebbe luogo il 19 settembre 1970 a Genova. Kostas Georgakis era un giovane proveniente da Corfù, che all’ eta’ di 22 anni si è sacrificato per la libertà e la democrazia in Grecia.   Questo atto è stato uno dei più eroici della lotta contro la dittatura, e ha ispirato migliaia di Greci, sia in Italia che in altri Paesi dell’Europa, ed anche all’interno della Grecia, malgrado il divieto di divulgazione che il regime aveva imposto, per filtrare tutte le notizie che si riferivano alla Resistenza.

Oltre al sacrificio di Georgakis un altro atto eroico antidittatoriale aveva avuto luogo pochi giorni prima, il 2 settembre 1970, proprio nel cuore di Atene, nei dintorni dell’ ambasciata degli Stati Uniti di America, dove l’ attentato contro il simbolo dell’ imperialismo americano, si era concluso con lo scoppio anticipato del meccanismo esplosivo, col risultato della tragica perdita della vita di Giorgio Tsikourìs, cittadino di Cipro, e dell’ italiana Maria Elena Angeloni di Milano, membri di un nucleo rivoluzionario del Fronte Patriottico Antidittatoriale. Per il ripristino della verità, a questo nucleo apparteneva anche un terzo membro, l’architetto Kostas Kotsakis, allora sopravvissuto e morto molti anni dopo. A questo punto vorrei ricordare che Carlo Giuliani assassinato a Genova nel Luglio 2001, nella grande manifestazione del Forum Sociale Europeo contro il G8, era figlio della sorella dell’ Angeloni, era cioè suo nipote.

Allora in tutta Italia, dove vivono e studiano centinaia di migliaia giovani Greci, si sviluppa gradualmente un movimento contro la dittatura, per la libertà e la democrazia in Grecia. Tutto il mondo democratico, quasi tutte le forze politiche italiane dalle forze parlamentari (tranne ovviamente i fascisti del Fronte Nazionale), con la avanguardia dei partiti di sinistra PCI, PSI alle forze di sinistra extra parlamentari, stanno al fianco della lotta del popolo greco. Con tutti i mezzi rafforzano le organizzazioni della resistenza greca, che si attivano in Italia al livello del movimento studentesco ed inoltre a livello politico, con manifestazioni antidittatoriali di ogni genere, dalle partecipazioni alle manifestazioni per strada, ai dibattiti, alle manifestazioni culturali, ecc. A queste ultime un fortissimo impulso hanno dato i grandi concerti di Mikis Theodorakis, che dal momento del suo arrivo in Italia, nel 1970, insieme con il suo gruppo musicale ed i famosi cantanti Maria Farantouri, Antonis Kalogiannis ed altri, ha fatto una serie di concerti in varie città: Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, ecc. Tutte queste manifestazioni avevano lo scopo di mobilitare le forze politiche e sociali ed in genere di sensibilizzare l’intero popolo italiano al fianco della nostra lotta.

Mi ricordo anche che, tramite la nostra partecipazione alle manifestazioni, avevamo anche l’ opportunità di raccogliere una quantità rilevante di denaro per il sostegno della lotta antidittatoriale ed anche per aiutare famiglie di militanti prigionieri in Grecia, che affrontavano seri problemi di sopravvivenza. Mi ricordo con grande orgoglio il sostegno e la grande solidarietà delle forze democratiche ed anche di semplici cittadini a favore della nostra lotta. Con i partiti democratici, per esempio col PCI, a Bologna avevamo stretti e continui rapporti a tutti i livelli. Avevamo incontri quasi settimanali per scambiare idee ed informazioni riguardo ai problemi della lotta, e per far conoscere tutte le difficoltà che si trovavano davanti a noi. Per quanto riguarda la mia organizzazione, io e suppongo parecchi di voi eravamo membri del Partito Comunista dell’ Interno, del Fronte Patriottico e di Rigas Fereos.

Oltre alle altre manifestazioni, noi eravamo invitati a partecipare in varie città con un nostro stand ai Festival dell’Unità. In questo modo, migliaia di cittadini italiani erano ben informati della situazione in Grecia e dei fatti e avvenimenti all’interno della Grecia o all’estero, organizzati da parte della resistenza greca.

La solidarieta’ del popolo italiano era una cosa quotidiana. Per noi ad ogni momento erano disposte delle aule per sviluppare dei dibattiti ed altre manifestazioni, mentre un’altra espressione della solidarietà passava tramite i circoli per gli studenti stranieri, siccome a quell’ epoca erano forti anche i movimenti per la liberazione della Palestina, il movimento Eritreo, e pure il movimento contro la dittatura in Iran, ecc.

Da parte nostra, l’espressione principale del movimento era quello studentesco, a cui partecipavano diverse correnti della lotta antidittatoriale, come ho detto prima: dagli amici del PAK fino ai filocinesi. Il movimento studentesco era più forte nelle città dove i Greci erano più numerosi, cioè a Bologna, a Napoli, a Firenze e poi a Milano, a Torino, a Pavia, a Venezia ed anche in Sicilia a Palermo, Catania ecc. A Trieste, la città del compagno Stathis, gli studenti greci erano relativamente pochi, penso circa 150, e per questo non abbiamo avuto un grande movimento. Il movimento studentesco era organizzato tramite le Associazioni degli studenti in tutte le citta’ e poi al livello superiore esisteva la Federazione delle Associazioni studentesche, come espressione collettiva in tutta l’Italia. Le assemblee delle Associazioni erano uno spazio di vivaci contrapposizioni tra le varie correnti del movimento, e spesso con grande intensità. Per esempio a Bologna facevano parte dell’assemblea più di 1000 studenti. Gli argomenti di dissenso non erano tanto gli avvenimenti o le informazioni sulla resistenza, ma principalmente l’orientamento e la strategia del movimento, se per esempio la lotta sarebbe stata solamente antidittatoriale oppure sarebbe più avanzata, con l’acquisizione di un carattere più «rivoluzionario» e antimperialista, rivendicando non solo la caduta della dittatura, ma anche il rovesciamento totale del regime imperialista imposto dagli americani.

Mi ricordo il primo, se non sbaglio, Congresso della Federazione delle Associazioni degli studenti di tutta l’Italia, avvenuto a Bologna. Il congresso durò circa un mese ed arrivò un conflitto tra le forze filocinesi e quelle filorusse, ed evidentemente lo scopo principale, cioe’ la caduta dei colonelli, venne al secondo piano del discorso congressuale.
A Roma le cose erano un po’ diverse, siccome l’espressione antidittatoriale, passava principalmente tramite le organizzazioni politiche di resistenza e non tramite il movimento studentesco. E questo avvenne perché a Roma hanno vissuto parecchi dei leaders della Resistenza. A Roma si stampava il giornale del Fronte Patriottico «Grecia Libera», a Roma avevano luogo tutti i rapporti con i leaders dei partiti italiani, Roma era il centro politico delle decisioni.
Certo Roma fu il centro delle decisioni, però le attività in molte città erano più massicce, mentre era notevole anche l’attività editrice, tramite riviste o opuscoli di propaganda a favore della lotta antiditatoriale. Una di quelle riviste era l’ edizione dei «Quaderni della Resistenza Greca», stampata in italiano e disponibile per gli amici italiani. Editore dei Quaderni era il nostro compagno Stathis Loukas, che era sempre protagonista nel movimento greco.

Devo dire ancora che tra le forme di lotta contro la dittatura esisteva anche una attività clandestina e non conosciuta. Tutte le organizzazioni avevano trovato diversi modi di azione. Da noi, da parte del Partito Comunista dell’Interno, del Fronte Patriottico e di Rigas Fereos, la più notevole attività fu il trasferimento di materiale clandestino in Grecia, destinato a circolare tramite i nuclei clandestini della Resistenza greca ad Atene ed in altre città. Di solito il trasferimento del materiale avveniva usando le valigie a doppio fondo, in cui si inserivano i libretti, gli opuscoli ecc. Inoltre esisteva un meccanismo di vecchi militanti con grande esperienza che sosteneva i giovani militanti nella loro preparazione alla attività clandestina. Ci sono stati casi in cui alcuni dei membri delle organizzazioni arrivarono clandestinamente in Grecia, usando passaporti di cittadinanza straniera. Inoltre molte persone democratiche, dall’Italia ed altri Paesi europei, hanno sostenuto la lotta dei Greci, molte volte ad alto rischio personale.

Noi come paese civile e democratico ricordiamo con grande onore tutti quelli che hanno lottato insieme a noi contro la tirannia e per il ripristino del regime democratico in Grecia. Ricordiamo quelli che si sono sacrificati per la libertà e la democrazia, come Kostas Georgakis, Maria Elena Angeloni, Giorgio Tsikourìs, Alessandro Panagoulis, gli assassinati della rivolta del Politecnico, ad Atene, nel Novembre 1973. Ricordiamo le migliaia di esiliati, imprigionati, torturati.

Ora, 45 anni dopo il restauro della democrazia nel nostro Paese, l’Europa affronta una nuova minaccia da parte delle forze del nazionalismo, dell’estrema destra e del neofascismo. In tutti i paesi, a causa della politica del neoliberismo e dell’ austerità dura seguita dai gruppi che si trovano al vertice della Commissione Europea ed del Consiglio Europeo, a causa del Patto di stabilità fiscale di carattere neoliberale, oggi sono aumentate la povertà, la disoccupazione e le disuguaglianze. A livello politico, i popoli si spingono verso il nazionalismo e l’ estremismo di destra, perché il sistema sovrano spinge verso ideologie razziste e di populismo. L’ Europa Unita si trova di fronte a un punto molto cruciale e le politiche che seguiranno saranno più che decisive per il futuro di tutti i Paesi e per l’idea stessa dell’Unione e della Federazione Europea. Appunto per questo le prossime elezioni europee saranno determinanti per l’orientamento e le prospettive dell’ Unione. L’Europa, o approfondisce sé stessa, oppure si scioglie: o si sviluppa in Europa della democrazia, della coesione sociale, della tutela dell’ambiente, del continente aperto di fronte alla grande crisi della migrazione e dei profughi, oppure si trasforma in uno spazio del neoliberismo e del razzismo, una fortezza con frontiere chiuse alle masse disperate, che cercano di evitare le guerre e la povertà.

Certamente, il grande problema della migrazione e dei profughi non è un problema nazionale: è un problema sovranazionale, un problema europeo. Perciò le risoluzioni devono essere sovranazionali, europee. Questo vuol dire che le soluzioni devono essere in collaborazione con tutti i Paesi nell’ambito di un Trattato Europeo che tutti applichino. La Grecia, la Spagna ed altri Paesi non possono sostenere da sole questo impegno, che altri, con le loro politiche aggressive hanno provocato. Per questi motivi abbiamo il compito tutte le forze progressive, ecologiche e di sinistra di lavorare insieme per costruire un’alleanza solida e forte, per riuscire ad avere dei risultati corrispondenti agli obiettivi prescritti. Un’Alleanza come quella che tentano di costruire al Parlamento Europeo i gruppi di Sinistra, dei Verdi e dei Socialisti e Socialdemocratici contro la minaccia razzista e neofascista.

Io penso che questo e’ il significato vero della solidarietà, per la quale Quelli del ’68 e tutti noi abbiamo lottato e dato gli sforzi migliori della nostra gioventù.

Nikos Syrmalenios
Membro del Parlamento Ellenico - Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA)


 

Intervento di Nikola Koutras

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Caro Aldo, mi ha dato il tuo indirizzo  Sthathis. Vi spedisco questo saluto che e` il minimo che io possa fare per ringraziare, anche a nome di tutti gli altri miei compagni dell' epoca, quanti hanno dato il loro immenso aiuto alla resistenza contro l'oppressione della dittatura dei colonnelli.
Spero che il presente messaggio venga letto, a voce alta, in assemblea!
Un saluto, Nikola Koutras

Egregi  partecipanti, cari compagni,
sono lieto di porgere, da Kavala (Grecia) dove risiedo, il mio saluto a tutti i presenti, agli organizzatori e ai relatori che hanno accettato di partecipare all’incontro odierno.

Esprimo, innanzitutto, ringraziamenti e gratitudine miei personali e di tutti coloro che hanno vissuto qui a Trieste, al fianco dei perseguitati della Giunta dei Colonnelli, i problemi e le vicissitudini di quel periodo.

Nell’occasione, vorrei sottolineare e ricordare - ancora una volta - il concreto, fattivo sostegno da parte degli studenti democratici dell’ Ateneo triestino e di tutta la cittadinanza democratica, negli anni ’69-’74, al Movimento Studentesco alla Resistenza greca contro il regime dei Colonnelli.

Gli studenti antifascisti greci hanno ricevuto, durante quegli anni bui, una solidarietà concreta, un appoggio morale, una reale e disinteressata presenza che li hanno aiutati e sostenuti a continuare la lotta contro la dittatura. Una solidarietà che ancora oggi e forse più di ogni altro periodo è necessaria e auspicabile tra le forze democratiche antifasciste e antirazziste perchè – da quanto si osserva - i pericoli incombono su tutta l’Europa.

Nikos KOUTRAS
Biologo

Gia` membro della Resistenza greca a Trieste contro il regime dei Colonnelli e presidente, dal 1971 al 1975, dell’Associazione Studenti Antifascisti greci di Trieste (Σ.Ε.Φ.Τ.-S.E.F.T.))


 

Mozione di solidarietà

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dell'Assemblea Generale degli studenti dell'Università di Trieste


  

Intervento di Costantino Buros

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Mi dispiace di non essere presente alla manifestazione di oggi organizzata, da chi se non da "Quelli del '68", in una sala vicino alla chiesa Ortodossa Greca dove faceva messa il prete Timotheos, il ruolo del quale, per lo spionaggio degli studenti antifascisti, era noto. E' abbastanza curioso e significativo che oggi la manifestazione si faccia proprio qui.

Non solo ricordo, ma ricorderò per tutta la vita la calorosa solidarietà delle forze politiche, del PCI , del PSI, delle loro organizzazioni giovanili, ma anche delle organizzazioni extraparlamentari, di Lotta Continua, del Manifesto, del Potere operaio, degli Anarchici Triestini, dei Sindacati, della Società Civile di Trieste, ma anche, a livello Nazionale, del Popolo italiano e dei intellettuali Italiani.

Chi di noi studenti antifascisti greci non ricorda la manifestazione della CGIL di Trieste contro i colonnelli greci, esprimendo una forte solidarietà al popolo Greco, fatta davanti al Consolato Greco di Trieste.
Chi di noi studenti antifascisti greci non ricorda la poesia di P.P Pasolini dedicata agli studenti greci e un suo articolo sul Corriere della Sera sull'eroe della Resistenza Greca Alexos Panagulis.
Ancora chi non ricorda Gian Maria Volontè, a manifestare davanti all'Ambasciata Greca a Roma contro i colonnelli insieme agli studenti antifascisti greci.
Infine chi non ricorda i compagni triestini, i colleghi dell'Università pronti ad aiutare e partecipare ad ogni iniziativa contro i colonnelli.
Ma, soprattutto, chi dimentica il legame del Movimento Studentesco di Trieste con gli studenti antifascisti greci.

Un sincero grazie a tutti per quanto avete contribuito alla lotta contro i colonnelli.

In Grecia nel 2015 con la vittoria di SYRIZA era nata una speranza che qualcosa sarebbe cambiato.
Lo dico con grande dispiacere, con rammarico, ma anche con tanta rabbia, che l'attuale governo greco in questi 3 anni ha attuato una dura, atroce e disumana politica dell'austerità, secondo le direttive dell'Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale. Un governo che ha rimangiato tutte le promesse pre-elettorali, che ha capovolto anche l'esito di un referendum, un governo senza i valori della sinistra, un governo di una sinistra del sistema e non di lotta. Un governo che non affronta i bisogni e le esigenze delle classi più deboli.
Una politica del genere fatta soprattutto da forze di sinistra lascia uno spazio politico che viene occupato da forze di destra e ultra destra.
L'ultima annotazione per la situazione in Grecia non muove una cieca contrapposizione con l'attuale governo greco, ma spera di contribuire ad una discussione per il ruolo della sinistra governativa nelle condizioni oggettive di oggi.

Un grande grazie e un affettuoso abbraccio a tutti.

Costantino Buros
Studente antifascista greco, membro dell'organizzazione del Movimento Panellenico di Liberazione.


 

Poesie di Pasolini

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Ai Studens Grecs Ta Un Flat - Agli studenti greci, in un fiato (**)
P.P. Pasolini, 30/11/1973

Recuardàisi, zòvins vifs (i no parli
a chej muàrs) ch’al è zòvin encia
il timp, par vualtris. Cà a vi vuàrdin
coma vecius chej ch’a àn la vustra cosiensa

insièmit cu la vustra etàt. Un dì,
che par chis’cius vustris fradis al è vuei,
i savarèis encia vu che il pèsul nemìc
ch’al vi firìs e al vi copa, al è miej

di chej ch’a comandin in chistu gris
dì da l’avignì. I Fassis’c a no tocin
l’anima. Jo i sai che tal me paìs
par vinc’ àins a àn provàt: ma bocis

e òmis a son restàs chej di duciu i sècui.
Copàju, metèju in preson, coma
ch’a fan lòur. A son pucs. Si secin
e a tornin a cressi coma la grama.

Il pòpul al era il furmìnt ch’a no’l mòur.
Adès al scumìnsia a murì. Qualchidùn
a à tociàt la so anima. Bocis e òmis
a vivin, brus e tris’c, coma ta un siùn.

A son coma màs, a no cognossin pietàt,
a zirin blancs di musa coma rinegàs,
par chel puc di richessa e libertàt
che forsi àn vulùt, ma no si son vuadagnàs.

A ghi l’àn data, e no par bon còur,
i vecius Antifassis’c ch’a son i vèir Fassis’c... (*)
che sono i leaders dell’Acculturazione e non solo
toccano le anime, ma se le succhiano al Centro

come vampiri, lasciando i corpi coperti d’ombra
e tisi bianca, megere con gran chiome merdose,
con nessun altro amore che verso il Motore,
perché no? che fare del Sesso in permesso?

Stringono la ragazza intorno alla vita
per chilometri e chilometri e poi
cadono svenuti per lo sforzo.
I Nuovi Fascisti lanciano la Coppia.

Il Figlio invece è lasciato cadere, provvedono
a nutrirlo con la sonda preti dal fare brutale
parlando in chiesa un italiano sentimentale
che fa venire il latte alle ginocchia.

Ὺμήν, Ὺμήναι, ᾧ! Papadopulos
e Almirante che stanno arrovinati convolano
a sozze nozze: che s’in... in pace.
Il mondo di una volta è intorno a loro.

Matura nei campicelli tra le pietraie il grano,
col silenzio e il canto delle cicale:
è lì che nascono i figli obbedienti, i soldati,
e gli eroi come quelli tra voi che sono morti.

(*) Ricordatevi, giovani vivi (non parlo a quelli morti) che è giovane anche il tempo, per voi. Qui vi guardano come dei vecchi quelli che hanno la vostra coscienza insieme con la vostra età. Un giorno, che per questi vostri fratelli è oggi, saprete anche voi che il peggior nemico, che vi ferisce e vi uccide, è meglio di coloro che comandano in questo grigio giorno dell’avvenire. I Fascisti non toccano l’anima. Io so che nel mio paese per vent’anni lo hanno tentato: ma ragazzi e uomini sono rimasti quelli di tutti i secoli. Ammazzateli, metteteli in prigione, come fanno loro. Sono pochi. Si seccano e ricrescono come la gramigna. Il popolo era il frumento che non muore. Adesso comincia a morire. Qualcuno ha toccato la sua anima. Ragazzi e uomini, vivono, brutti e cattivi, come in un sogno. Sono come pazzi, non conoscono pietà, girano bianchi in faccia come rinnegati, per quel po’ di ricchezza e libertà, che forse hanno voluto, ma non si sono guadagnati. Gliel’hanno data, e non per buon cuore, i vecchi Antifascisti che sono i veri Fascisti...

(**) Dal 14 al 17 novembre 1973 ebbe luogo la rivolta del Politecnico di Atene, finchè la repressione non la soffocò nel sangue, dopo che un carro armato ebbe sfondato i cancelli dell'Università. Nello stesso momento questo fu l'inizio della fine del regime dei colonnelli.


Panagulis
di Pier Paolo Pasolini
Pubblicata sulla rivista "Tempo" Novembre 1968

Questa volta no. Non deve succedere.
Siamo sopravvissuti ormai tante volte a cose simili.
Ma eravamo ragazzi: il diavolo ci tentava.
Essere dalla parte degli uccisi significava sperare.
Una fucilazione aumentava la vitalità: si cantava.
I martiri erano comodi: il PCI non era in crisi.
La garrota e il cappio erano buoni argomenti
dovuti alla stupidità del nemico.
Ma ora non siamo più ragazzi.
L’URSS è uno stato piccolo-borghese.
Non ci sono più speranze; non ci sono buone ragioni per sopravvivere.
L’avere ragione non rende più innocentemente ricattatori.
Non vogliamo fare alcun uso della morte di Panagulis.
Vogliamo che Panagulis non muoia, come il ragazzo Meneceo (*).
Gli Dei dicono che occorre un sacrificio umano
per la buona riuscita di qualcosa che riguarda l’intera città?
E il ragazzo indicato per il sacrificio, lo accetta?
Niente affatto, niente affatto. L’Inferno non è reale.
Tu, Meneceo, resterai qui con noi. La tua sete di morte
non deve essere accontentata. I tiranni non dovranno commettere
questo errore, e noi non dobbiamo sfruttarlo.
Dobbiamo piangere la tua morte prima che tu muoia.
Perché? Perché i duemila veri comunisti impiccati a Praga
non hanno più nulla da dire: e quindi nessuno ne dice nulla.
Perché Panagulis non vale sei milioni di Ebrei
del cui silenzio tutti approfittiamo per non parlarne.
E’ andata a finire che il ragazzo Meneceo è morto;
Tebe ha vinto; e al potere è restato chi c’era.
Siamo impotenti, è vero. Ma le parole valgono pure qualcosa.
Se tu morirai, noi ammazzeremo. Sceglieremo una vittoria significativa:
che non vuole morire, conoscendo la dolcezza di prima della rivoluzione!
Non ci limiteremo ai digiuni come Danilo Dolci.
Sono passati i tempi dei bivacchi coi morti o dei digiuni.
Se non nei fatti, almeno nelle intenzioni, è l’ora della violenza.
Della violenza, aggiungo, senza speranza, arida, impaziente.
Ci hanno deluso tutti: chi ha torto e chi ha ragione.
Tuttavia siamo con chi ha ragione: ma senza illuderci.
Amici che non sventolate bandiere, ma siete diventati seri
come gente che rimugina senza dolore l’idea del suicidio,
non ci sono argomenti: l’unico argomento
è negli occhi neri di Panagulis, che rinuncia alla vita.

(*) Durante l'assedio della città da parte dell'esercito di Argo, l'indovino Tiresia affermò che per permettere ai tebani di rompere l'assedio e sconfiggere i nemici era necessario il sacrificio dello stesso Meneceo, ma Creonte (suo padre e re della città assediata) gli consigliò di fuggire. Meneceo venne a sapere dell'oracolo e decise di sacrificarsi sulle mura di Tebe


 

Articolo di Pasolini

⇒Indice

L'Unità 20 Giugno 1972 - IL SIMBOLO PANAGULIS - Pier Paolo Pasolini
Nella sua azione estrema e nel suo martirio si esaltano i valori dell'antifascismo e della Resistenza - Corresponsabili dei colonnelli sono coloro che detengono il potere nel mondo capitalistico - Pubblichiamo il testo dell'intervento che Pier Paolo Pasolini ha pronunciato venerdì 23 giugno durante la manifestazione unitaria che si è tenuta a Roma in solidarietà con gli antifascisti greci e per la presentazione delle * Poesie dal carcere 9 di Alessandro Panagulis.

Un italiano è in grado di comprendere un uomo come Panagulis? Dico « italiano » in senso attuale, riferendomi a quello che dovrebbe essere l'italiano tipico proprio di questi anni; l'italiano che vive l'esperienza di una nuova forma di società borghese. del consumo, dell'informazione di massa, del neoilluminismo morale e culturale, ecc. (comprendendo nel quadro anche l'opposizione « estremistica » a tutto questo, l'esperienza cioè della negazione totale, vissuta empiricamente e ideologicamente, se non ancora razionalmente). E' chiaro che questo italiano tipico — la cui tipicità è una media tra due esperienze così antitetiche come l'esperienza dell'integrazione nel mondo neoborghese e l'esperienza della negazione estremistica di esso — è un italiano giovane E allora accomodiamo la domanda: può un italiano giovane comprendere un uomo come Panagulis?
Anche Panagulis è giovane: ma egli non ha esistenzialmente vissuto le stesse forme di vita di un coetaneo italiano: primo, perchè la Grecia non è ancora giunta alla soglia dell'industrializzazione totale e quindi del nuovo tipo di vita nella nuova borghesia, secondo, perchè, proprio nel momento — almeno come esperienza indiretta di intellettuale — in cui Panagulis poteva conoscere una simile forma nuova di vita, egli è stato chiuso in prigione, segregato, torturato.
Dunque un giovane Italiano può mal comprendere l'azione di Panagulis, nella sua storicità reale, mentre Panagulis — se potesse vivere ed avere esperienze — forse mal comprenderebbe i motivi per cui la storicità reale della sua azione si presenta come diacronica rispetto a quella di un giovane italiano rivoluzionario come lui.
Non c'è dubbio che l'azione di Panagulis è «estrema»: anzi essa è estrema nel modo più assoluto e perfetto; è estrema fino alla « tragedia ». se egli sopporta in carcere l'insopportabile, ma si rifiuta di chiedere grazia per la sua vita o per il suo corpo, e non cede neanche un istante dal suo disperato rigore. La azione di Panagulis è «estrema », ma non «estremistica ». Da qui nasce l'incomprensione — non letta, non pronunciata, e forse neppure cosciente — per iI giovane rivoluzionario greco da parte di un giovane rivoluzionario italiano. Questo lo dico per bisogno di verità, anche se questa verità aggiunge un nuovo senso tragico alla tragedia vissuta da Panagulis.
Anzi, è proprio questo il punto: e nell'affrontare questo problema consiste il mio contributo alla assemblea che si è riunita qui a lottare per la libertà di Panagulis.
La situazione della Grecia è arretrata e, in certo modo — rispetto alla storicità degli altri paesi capitalistici — preistorica, essa quindi non può che attribuire oggettivamente uno stato di arretratezza a tutto ciò che essa esprime: potere politico e opposizione al potere politico Per esempio, la poesia di Panagulis — come espressione di un intellettuale che ha cominciato a usare la poesia (ma come un'arma, una forma di lotta) solo in subordinazione alla sua azione politica — è, rispetto alla poesia che si scrive contemporanea mente ad essa, oggi, in Italia, o in Francia o negli altri paesi capitalisti, relativamente arretrata. I testi su cui essa si è formata sono da una parte i testi della grande letteratura di tradizione sia classica che recente, dall'altra i testi dei più alti poeti impegnati degli Anni Cinquanta.
La situazione economica e sociale « ritardata » della Grecia (per non parlare del potere politico addirittura medioevale) implica un'opposizione a sua volta «ritardata», e una « ritardata » ideologia di tale opposizione.
Ora è questo il problema: un simile « ritardo » oggettivo della lotta — che fa di Panagulis un eroe perfettamente simile a un eroe della classicità che lottava in nome della libertà contro la tirannia — è un « ritardo » anche al di fuori del contesto greco, e quindi una diacronia nella lotta di classe, che comprende la Grecia nel mondo che si batte per la libertà e il socialismo nel momento più attuale e reale della storia.
La mia idea è questa: il problema che ho qui posto in altro modo non si risolve se non annullandolo; considerandolo cioè un falso problema. un problema posto perchè imposto da una situazione politica particolare, in un clima esso sì particolaristico fino a una gergalità deformante.
Non è Panagulis che vive un'esperienza politica parziale perchè ritardata, ma sono coloro che non riescono a vedere la sua figura come una figura assolutamente esemplare e attuale, che vivono un'esperienza parziale perchè falsamente avanzata.
La deformazione ottica sulla storia dovuta il vivere in un paese capitalistico che solo da pochi anni si può, in certo modo, definire «avanzato ». è dovuta proprio al fatto che chi esercita un'opposizione estremistica, è determinato nei suoi giudizi e nei suoi atteggiamenti morali propri di quel mondo del potere a cui si oppone. Come le forme « ritardate » dell'opposizione greca sono coerenti e omologhe con il tipo di potere greco, cosi le forme « avanzate » dell'opposizione italiana sono coerenti e omologhe con il potere italiano, come le prime tendono a una certa semplificazione ideologica (dovuta all'esigenza dell'azione) così le seconde tendono a una certa degenerazione ideologica (dovuta al mito dell'azione).
Panagulis non è ai margini ma è al centro di quella che è oggi la lotta di classe intesa ortodossamente come storia. Egli in quanto uomo è proprio quell'uomo che la rivoluzione ha come fine, paradossalmente, di innervare l'uomo anteriore alla civiltà borghese, l'uomo come espressione di un mondo razionale popolare nel senso ohe Gramsci ha dato a queste parole, l'uomo che rappresenta il modello dell'umanità contadina e operaia. I valori che lo determinano sono cioè radicati nel nostro passato migliore, sia pure se idealizzalo: gli ultimi di questi valori — quelli dell'antifascismo e della Resistenza — trovano in lui la esaltazione più rigorosa, e pura, poiché ogni conformismo e ogni retorica possibili sono bruciati dalla sua azione. Inoltre, al fascismo tradizionale a cui egli si oppone — lasciandosi martoriare con tale lucido coraggio — si aggiunge il neofascismo, che non è un fenomeno greco, ma riguarda l'intero mondo capitalistico più avanzato: per cui non sono solo i colonnelli greci che tengono Panagulis in prigione e ferocemente lo martirizzano, ma corresponsabili coi colonnelli sono tutti coloro che detengono il potere nel mondo capitalistico. In terzo luogo, Panagulis si colloca idealmente proprio nel momento storico in cui mondo «avanzato» e mondo in «via di sviluppo »  o «sottosviluppato » si incontrano: e la diacronia che esìste oggettivamente tra essi viene a essere altrettanto oggeitivamente superata da una sostanziale sincronicità. Panagulis diviene così un simbolo intorno a cui è possibile pensar di ricostruire un Fronte di Liberazione, che, privo di nostalgie per quello eroico degli Anni Quaranta, si presenti come la forma più storicamente attuale di lotta.
E' ingiusto paragonare tra loro uomini che danno la loro libertà e la loro vita per il loro popolo, ma tra tutti gli uomini che l'hanno fatto o lo fanno, Panagulis è certo di quelli che suscitano in noi il più grande e incondizionato amore. Tuttavia più ancora che come uomo è come realtà storica che egli ci importa: la sua prigionia e il suo martirio arrestano il mondo, e sono il segno del suo arresto. Finché Panagulis resterà in prigione e sarà martirizzato, il mondo non potrà avanzare.
Pier Paolo Pasolini


Approfondimenti

⇒ 1972 - Theodorakis e noi: un viaggio tra politica ed emozioni

Aprile 1967 in Grecia. Il primo giorno della dittatura

⇒ Indice


207 MPOYROS KOSTAs Ekdilosi Tergestis Scan.pdf (817 kB) Messaggio di saluto
207 S19731216_AiStudensGrecsTaUnFlat (2).jpg (2880 kB) La Stampa 16 dicembre 1973
207 U19720629_PasoliniPanagulis_003.jpeg (3846 kB) L\'Unità 20 giugno 1972
207 U19700921_GE_Georgakis_003.pdf (0 kB) 1970 Morte di Costantino Georgakis
207 U19700904_004_GR_AttentatoAmbasciata.pdf (0 kB) Attentato Ambasciata USA ad Atene 1970
207 U19731118_001_GR_CarroArmatoPolitecnicoAtene.pdf (0 kB) 1973 Carro armato davanti al Politecnico di Atene
207 C19740724_GR_FineDittatura.jpg (0 kB) 1974 Fine della dittatura
207 U19670422_ColpoStatoGrecia.pdf (0 kB) 1967 Colpo di Stato
207 Una_diaspora_adriatica._La_migrazione_degli_studenti_universitari_greci_in_Itali (0 kB) Studenti greci in Italia
207 O agonas ton Ellinon foititon tis Tergestis.pdf (429 kB) Intervento di Stathis Loukas
207 o-agonas-ton-ellenon-phoiteton-tes-tergestes-1967-1974- (0 kB) Articolo