Traduzione riassuntiva di Bruna Zorzini - Il giornale , come al solito, fornisce, anche per questo periodo, una cronaca quasi quotidiana dell'evolversi della situazione per quel che riguarda le occupazioni e le lotte all'interno dell'Ateneo triestino.
Dal 25 febbraio le Facoltà di Economia e quella di Giurisprudenza sono occupate, ma la protesta è diffusa in tutte le Facoltà. Le assemblee in Aula Magna si succedono quasi quotidianamente, si riunisce con frequenza il Consiglio interfacoltà, presieduto dal Presidente dell'Assemblea degli studenti, Aldo Colleoni.
Gli studenti lamentano i disagi che devono sopportare a fronte delle strutture universitarie non adeguate ed inefficienti.
A fronte di 9000 frequentanti (più della metà dei quali sono studenti fuori sede) la biblioteca può ospitarne solo 300.

La mensa è una struttura che non regge anche dal punto di vista qualitativo.
La liberalizzazione dei Piani di studio, che, a pari legge, consentiva agli studenti una riformulazione degli stessi secondo criteri ben precisi, viene boicottata dalle autorità accademiche. I presalari e le misure atte a mettere in condizioni di studiare anche i giovani provenienti da famiglie meno abbienti sono insufficienti. Le riforme che hanno aperto l'accesso a tutte le Facoltà anche a studenti appartenenti a queste ultime categorie hanno messo in atto contraddizioni che rendono difficile un effettivo diritto allo studio!


Il discorso si allarga: si dibatte appunto del diritto allo studio all'interno di una visione più ampia della società capitalistica in cui si vive ed opera: le lotte della classe operaia e degli strati più deboli della società devono essere sostenute e condivise anche dal Movimento studentesco!

Il rettore Origone è costretto a confrontarsi con l'Assemblea degli studenti, ma lo fa in maniera arrogante ed in perfetta solitudine, visto che il Senato accademico non partecipa all'assemblea, per questo il 26 febbraio viene occupato il Rettorato e l'Aula Magna, per contro, nelle Facoltà le attività didattiche vengono sospese.
Il Rettore parla di un suo falso rapimento, in un clima incandescente, gli studenti aprono le loro assemblee a cittadini, lavoratori ed a quanti vorranno informarsi su quanto accade.
Intanto gli studenti cercano anche contatto con i professori e gli assistenti che dimostrano partecipazione ed interesse nei confronti delle tematiche da loro sollevate. Chiedono di poter contare e decidere sulle scelte nel campo della politica universitaria che incideranno sul loro futuro!

Alcuni docenti lanciano un appello al rettore in questo senso: fra di loro spiccano i nomi dei professori Hack, Fonda, Budini, Miccoli, Petronio, Magris.
Il Primorski Dnevnik ne da risalto, definendo quest'atto come una prima concreta vittoria della lotta studentesca!

Gli studenti percorrono in corteo le vie di Trieste per informare i cittadini sui contenuti e gli obbiettivi della loro lotta!

All'interno delle facoltà occupate si da avvio a seminari di studio e dibattiti, nel corso dei quali prendono la parola anche studenti medi provenienti dalle scuole superiori della città, alcune delle quali, come il Liceo Galilei, sono occupate. Si discute dell'opportunità di informare la stampa, gli esponenti politici ed anche i componenti delle assemblee elettive e della Regione sui motivi della protesta studentesca in atto. Va rafforzato il collegamento con le forze sindacali ed il mondo operaio.

Il 6 marzo le Autorità accademiche rifiutano ancora il confronto: nelle assemblee si succedono interventi di studenti extra-parlamentari che si richiamano alla dottrina marxista-leninista, ma anche di militanti del Pci, Psi, Dc che sostengono e partecipano in pieno alla lotta. Ciò da motivo all'estrema destra di mettere in atto provocazioni che vengono prontamente sventate!
Nella Facoltà di Lettere e Filosofia l'assemblea viene aperta alle forze politiche ed ai giornalisti, serrato è il confronto con gli studenti medi della città: all'assemblea partecipa attivamente il preside di Facoltà, Petronio.

Dopo undici giorni di occupazione i primi concreti risultati: il 10 marzo il Senato accademico con il rettore Origone in testa, accettano un confronto con gli studenti sui temi della protesta. I presidi delle facoltà scientifiche chiedono agli studenti di poter dibattere insieme sulla realizzazione dei piani di studio differenziati, mentre la Facoltà di Pedagogia viene occupata a causa delle incomprensioni che ancora persistono col corpo docente.

Il confronto avviene in Aula magna, il Rettore ed il Senato accademico, alla presenza di un'assemblea di circa 1500 studenti, presieduta da Aldo Colleoni, dichiarano di voler accettare “de facto” tutte le richieste, motivo della protesta. Il termine per la presentazione dei piani di studio verranno fatti slittare di otto giorni, la segreteria e gli uffici amministrativi saranno riaperti, si fanno anche delle aperture circa la possibilità che i verbali delle riunioni delle commissioni tecniche che discutono in materia di edilizia universitaria possano venir dati in visione al presidente Colleoni. Si prevede, per il futuro più trasparenza ed inclusione degli studenti su temi importanti della politica universitaria.
Gli studenti apprendono con soddisfazione queste decisioni, ma l'occupazione continua perché si attende di vedere la realizzazione concreta delle stesse.

Il 12 marzo una rappresentanza degli studenti ha un confronto con l'assessore regionale all'istruzione, Bruno Giust. In quella sede, alla presenza del rettore, alcuni docenti, il sindaco di Trieste ed altri rappresentanti delle istituzioni si discute anche di piani di edilizia, fra l'altro la progettazione della nuova Case dello studente e la locazione da destinarsi alle Cliniche universitarie nell'ambito dell'Ospedale di Cattinara.

Il 17 marzo l'Assemblea degli studenti decide di continuare l'occupazione perché al di là delle promesse, le autorità accademiche, nei fatti, sembrano far marcia indietro per quel che concerne l'informazione che agli studenti dovrebbe venir data circa lo sviluppo edilizio delle strutture universitarie , non è chiaro poi, attraverso quali meccanismi venga previsto un maggior coinvolgimento degli studenti sulle importanti decisioni che condizionano il loro status.
Viene comunque resa definitiva la decisione di non menzionare i voti negativi sul libretto universitario.
L'Università occupata ospita intanto una delegazione di studenti di Lubiana, membri della redazione della radio Študent. Si discute anche di come poter aiutare gli studenti greci , esuli dal loro paese sotto la dittatura fascista dei colonnelli, che frequentano l'Ateneo triestino.
Nei seminari organizzati dagli occupanti si parla anche di morti sul lavoro, di sicurezza sui posti di lavoro e malattie professionali con un occhio di riguardo alle specializzazioni mediche che si occupano di un tanto! L'università deve essere al servizio della popolazione. Gli studenti di lingua slovena che ne fanno parte devono – insieme con i colleghi italiani - far sì che i temi propri della loro collettività, compresa l'esercitazione dei loro diritti che dovrebbero venire realizzati nell'ambito di un'auspicata Legge di tutela che tarda a venire, divengano patrimonio e obiettivo di lotta di tutto il movimento studentesco!

Dopo più di tre settimane l'occupazione dell'Università si conclude. Si decide che sarebbe controproducente continuare quella forma di protesta. Importanti richieste sono state soddisfatte, si vigilerà, nei Comitati di Lotta delle singole Facoltà sulla realizzazione di altre promesse disattese dalle autorità accademiche!
Viene richiesto alle stesse l'uso dei locali del Tribunato per continuare le riunioni e le assemblee del Movimento. Viene inoltre giudicato importante nell'assemblea stessa, la presenza del professor Quadrifoglio che esprime solidarietà, a nome di altri colleghi facenti parte dell' ADRUT alla protesta giusta degli studenti. Lo stesso propone, per il futuro, assemblee congiunte fra corpo docente e studenti sugli argomenti che verranno giudicati opportuni. Comunque sarà il Consiglio interfacoltà , organismo che raccoglie le rappresentanze degli studenti di tutto l'Ateneo, a tirare le fila del discorso.

L'occupazione si conclude di fatto con lo sgombero dopo un'opera collettiva di pulitura dei locali occupati.

Un'assemblea generale viene convocata per il 9 aprile, con all'o.d.g un informativa sul concreto rispetto e realizzazione ,da parte delle Autorità accademiche, delle decisioni da loro prese in risposta alla determinata lotta portata avanti dagli studenti!

Questa assemblea viene fatta oggetto di una provocazione fascista da parte di un gruppo di studenti di destra presenti all'assemblea, intervenuti in dissenso con un o.d.g in sostegno degli studenti greci vittime della dittatura.

Nel corso della stessa viene rilevato come nella Facoltà di Matematica e Fisica  alcuni dei punti che il Senato accademico si era obbligato a rispettare vengono disattesi, nello specifico i voti negativi riportati durante gli esami vengono comunque registrati nel libretto dello studente.
Viene decisa quindi un'occupazione di due giorni di quella facoltà, che invano gli studenti di destra cercano con la forza di impedire.
In assemblea viene discusso anche delle modalità discutibili con cui vengono devoluti i presalari. Si indice un'assemblea anche nella Facoltà di Economia.

Continuano quindi nella pratica le attività di vigilanza rispetto l'applicazione degli impegni presi dai docenti, già preannunciate dagli studenti.

Le tre settimane di occupazione non sono passate invano ed hanno inciso profondamente sull'agire politico e la determinazione di affermarsi come soggetto da parte del Movimento studentesco!


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