Nell'amichevole spazio del Caffè San Marco, si è tenuta il 10 gennaio 2020 una affollata conferenza di Claudio Mayer sulla Cina dal titolo "LA 中国 È  VICINA (?) - LA CINA DAL PUNTO DI VISTA DEI CINESI E DEGLI OCCIDENTALI". Nella presentazione, la giornalista e scrittrice Marina Silvestri ha ricordato le origini del termine "La cina è vicina", precedenti al conosciuto film di Bellocchio e riferibile all'omonimo libro del 1957 del giornalista Enrico Emanuelli.

Claudio, ingegnere, che abbiamo potuto apprezzare fin dai tempi del Movimento Studentesco, ha vissuto a lungo a Hong Kong e Shanghai e ci racconterà di un Paese che ha sempre pensato di essere al centro del mondo, un Paese che spesso gli occidentali hanno visto solo con i loro occhi, finendo per non capirlo.

Di seguito riportiamo il testo della parte centrale della conferenza. In coda una "Galleria" delle diapositive, da poter guardare - una volta cliccate - in una dimensione più leggibile delle miniature qui sotto riportate. Nel testo sono state aggiunte tre parti, una relativa alla situazione di Hong Kong, una su "Confucianesimo e daoismo" e la terza sui "Cinesi d'oltremare". Allegate in formato PDF alcune mappe storiche della Cina.

Sul Primorski Dnevnik un bell'articolo sulla conferenza (in allegato la traduzione di Bruna Zorzini). Per un approfondimento Claudio Mayer consiglia alcuni articoli (Linkesta ⇒ 1 2, ⇒  La Stampa, ⇒   Milano Finanza).

 

 

 

 

 Tutti i giorni sentiamo parlare di Cina

Guerra dei dazi con gli USA
gli eventi di Hong Kong
le statistiche che ci dicono che la Cina è la seconda economia al mondo e le stime che a breve la sua economia sarà la prima..

Tutti i giorni sentiamo parlare di Cina

la BRI nel mondo, e a Trieste

……e ci poniamo tante domande…

Come sarà la Cina come grande potenza?
Per noi italiani la Cina rappresenta una opportunità o una minaccia?
Noi da che parte vogliamo stare?

……e ci poniamo tante domande… 

Siamo certi di avere il metro giusto per dare una opinione?
Il metro “occidentale” (economia, produttività, tensioni sociali, stato sociale, libertà individuali e sociali) può funzionare nel caso della Cina? Oppure ci sfugge qualcosa?

 Il metro “occidentale” ci dice che:

Nel 1500 il PIL della Cina era il più alto al mondo (e lo è stato per buona parte del primo millennio).

Il metro “occidentale” ci dice che:

Nel 2000 il PIL era pari a 1,2 Trilioni di USD (rispetto a 10.28 trilioni degli USA)
nel 2018 il PIL era 13,6 trilioni (rispetto a 20,5 Trilioni degli USA)
Tutttavia in termini PPP (a Parità di Potere di Acquisto) nel 2018 il PIL cinese era di 25,3 trilioni di USD, quindi più alto di quello USA.

 Una analisi culturale e dalla storia cinese aiuta a capire cosa influenza il pensiero della gente, quali sono i loro valori, le loro attitudini e i loro pregiudizi.

Un nome denso di significati

Per i cinesi il nome della loro terra è Zhōng Guó (中国), ovvero Paese di Mezzo o Regno di Mezzo.
Questo nome fu usato sin dalla dinastia Zhou (1046 – 256 a.C.), che riteneva che di essere al centro del mondo civilizzato.
Invece per i cinesi il nome CINA o CHINA non esiste. Il nome proviene dal portoghese China, che i primi esploratori portoghesi appresero dagli Indiani o dai Malesi, e con ogni probabilità deriva da quello della dinastia cinese Qin (221-206 a.C.) sotto il cui dominio la Cina venne unificata

天下 (tiānxià)

Oltre ad essere al Centro del Mondo, la Cina era anche “la terra sotto il cielo”, governata da un imperatore che aveva il “mandato del cielo”.

Una visione sinocentrica

La Cina imperiale aveva quindi avuto sempre una visione molto “sinocentrica” del suo posto nel mondo.  Non vedeva un mondo con molte nazioni bensì vedeva un mondo “biforcato” che consisteva di una sola “civiltà” circondata da molti “barbari”.
essendo la “terra sotto il cielo”, la Cina imperiale considerava sé stessa come un “universo”, al di sopra e distinta dal resto del mondo, superiore da ogni punto di vista, una foma di civiltà superiore a cui era arrivata in virtù dei valori, morali e insegnamenti del Confucianesimo e dello stato dinastico che li incarnava.
Il suo ideale era l’universalismo, che costituiva il fondamento logico per la sua espansione.
Non c’è quindi da stupirsi che il centro del mondo non necessitasse di un nome: Il Regno di Mezzo non aveva bisogno di altre spiegazioni o descrizioni. Il suo modo di espandersi consisteva in una combinazione di conquista e di esempio culturale, la sua giustificazione ideologica era quella di una “missione civilizzatrice”.

In sostanza: Cina e cinesi si sono sempre considerati al centro del mondo. Uno stato-civiltà piuttosto che uno stato-nazione.

Però è interessante fare un’altra osservazione.

La Cina è stata definita “un mondo senza satana” e la sua civiltà, rispetto alla nostra che è la civiltà della colpa, si connota come civiltà della vergogna.

Nell’Occidente cristiano, la colpa deriva dal senso del peccato. In definitiva nasciamo tutti con il peccato originale sulla gobba, e peccato comporta espiazione.
In oriente il senso del peccato non esiste. Esiste invece il senso di “vergogna”, ma come tale questo ha profonde implicazioni nel comportamento della persona.
Senso di vergogna verso la famiglia, la comunità, lo stato, per essersi comportati male rispetto ai dettami e consigli del confucianesimo e taoismo, eventualmente del buddismo. Questa “regola” influenza profondamente la vita del singolo.
Sin dalla prima dinastia (Qin), il modello sia della società che del governo era basato sulla famiglia, una istituzione che tutti riconoscevano. L’individuo era una parte della società e dello stato nello stesso modo in cui lui o lei appartenevano alla loro famiglia.

La famiglia Confuciana aveva due caratteristiche chiave: la pietà filiale e un credo trascendentale negli spiriti ancestrali

la pietà filiale è il dovere dei figli di rispettare l’autorità del padre il quale, in cambio, aveva il dovere di prendersi cura della famiglia. Poiché lo stato era modellato sulla famiglia, il padre era anche la figura modello per lo stato, il che, ai tempi delle dinastie, significava l’imperatore.
La seconda caratteristica, anche se i cinesi non erano religiosi in senso stretto, era che loro condividevano con altre società confuciane un credo trascendentale negli spiriti ancestrali: che gli antenati di ognuno erano sempre presenti.
Il credo negli spiriti ancestrali sollecitava un simile rispetto e anche venerazione verso lo Stato inteso come una istituzione immortale che rappresentava la continuità della “civiltà” cinese. Questo spiega anche perché i cinesi antepongono sempre il cognome al nome.

In Cina c’era, rispetto all’Europa, molta armonia all’interno. Non c’erano conflitti tra “élite” e stato.

C’era lo Stato e i “Mandarini” che avevano passato gli esami.
Non c’era il clero, i nobili, i commercianti che lottavano tra di loro e contro lo stato per limitarne i poteri.
In Cina, le differenze funzionali tra “scholars”, contadini, mercanti e commercianti non avevano creato delle basi di potere indipendente o voci istituzionalizzate.
In Cina, per governare lo Stato non doveva ricorrere a coercizioni per imporre le proprie regole.

In pratica, questo senso di valori e cultura basata sui principi di Confucio costituivano dei precetti come mezzo per esercitare un controllo sociale

Questa “regola” e tutti gli scritti che l’avevano preceduta era stata fondamentale per attrarre nella sfera cinese molte popolazioni diverse e aree asiatiche, per cui di fatto la Cina è cresciuta nel tempo.

 

Con le aree che non rientravano nel dominio di una certa dinastia, la Cina cercava di tenere rapporti non solo culturali ma anche commerciali. Di fatto, cercava di farne un paese satellite, che manteneva sì la propria indipendenza ma era un “tributario” della Cina e ad essa si rivolgeva in caso di problemi.

Questa idea di “paese di mezzo” con tanti tributari intorno è quanto la Cina cerca di realizzare oggi.

Cenni di Storia, Economia e Geopolitica

Due secoli prima di Cristo la Cina prende forma

La prima Dinastia con l’imperatore Qin Shihuangdi 221BC – 206BC) (Mappa)
4000 Km di strade, le basi per uno stato centralizzato e una sofisticata amministrazione
Popolazioni molto diverse tra loro che condividono una sofisticata identità culturale. Sono le basi per la futura espansione e per inglobare gli imperatori/dinastie che verranno da fuori: Yuan (mongoli) e Qing (mancesi).

Inizio degli scambi commerciali e apertura della Via della Seta

Primo millennio AC: inizia l’esportazione della seta verso la Siberia
VI secolo AC: primi scambi commerciali con l’Europa: oro, giada e seta
Tracce di seta ritrovate in Germania e datate al VI secolo AC
Con la dinastia Han (206AC – 220AD) prende forma la Via della Seta (vedi grafico) ma i mercanti cinesi non si spingono oltre i confini occidentali.
Ruolo dei mercanti “stranieri” e alleanze con i paesi limitrofi che sembrano ammaliati dalle ricchezze cinesi e mandano i propri rapresentanti presso la corte cinese a Chang’An (la moderna Xi’An, allora capitale dell’impero)
La Via della Seta diventa sicura e gli scambi aumentano
Con la fine della Dinastia Han, lo stato perde pezzi e gli scambi commerciali vanno quasi a zero
I commerci riprendono con l’avvento della Dinasta Tang (618AD) ma poi nuova instabiltà fino all’avvento della Dinastia Yuan (1271-1368)

La via della Seta perde scopo e la Cina “scopre” il mare

All’inizio del 1400, l’imperatore Yong Le (dinastia Ming) incarica l’ammiraglio Zheng He di costruire una flotta e di aprire i commerci con i paesi che si affacciavano al Mar della Cina Meridionale e all’Oceano Indiano (vedi mappa)
317 navi ed equipaggi di circa 30,000 persone tra marinai, uomini di scienza, soldati, diplomatici.
Stive piene di prodotti cinesi ma anche testi scientifici e strumenti scientifici.
Poco dopo la morte di Yong Le la flotta viene smantellata. L’imperatore Xuande decide di fermare tutte le spedizioni e addirittura proibisce la costruzione di nuove navi oceaniche e proibisce a quelle esistenti di uscire dalle acque territoriali.

La Cina per lungo tempo al centro della ricchezza mondiale (vedi tabella)

Nel 1400 la Cina contribuiva al 30% del PIL mondiale (calcolato in USD del 1990 e a parità di potere d’acquisto PPP), nel 1500 un quarto, nel 1700, quando comincia la grande crisi ancora oltre il 20%
Nel periodo 1400 – 1600 l’economia dell’India era di poco inferiore a quella della Cina, comunque la somma delle due “potenze” era di circa il 50% di quella di tutto il mondo ed erano le due principali economie al mondo

La vitalità economica dell’Asia attira le potenze europee.

Nel 1500 Inizia l’espansione coloniale europea verso l’Asia e declina l’importanza della Via della Seta.
I portoghesi si prendono Goa in India e Macao in Cina
Iniziano i primi traffici commerciali marittimi tra Europa e Cina
All’inizio del ‘600 nasce la East India Company con lo scopo di controllare i piccoli regni e sultanati del sub-continente indiano
A fine ‘700 gli inglesi mandano una “ambascieria” a Pechino per incontrare l’imperatore cinese e promuovere gli scambi commerciali
Tuttavia il mercato cinese è largamente autosufficiente e i prodotti che importa dall'Europa sono irrisori in confronto a quelli esportati (come tè, seta e porcellana, molto richiesti dal mercato britannico e non solo) causando un pesante deficit commerciale per le potenze europee
Come mezzo per bilanciare il pesante deficit commerciale, il Regno Unito spinge il commercio dell’oppio trovando un terreno fertile con moltissimi consumatori.

All’inizio dell’800 la Cina è sempre più debole ma l’orgoglio rimane e cerca di reagire alle pressioni britanniche. Gli “un-equal treaties” e il secolo dell’ignominia

la Cina cerca di contrastare il commercio dell’oppio e reagisce cercando di espellere tutti i commercianti inglesi e chiudendo le frontiere.
Inizia il periodo più brutto della storia cinese: il secolo dell’ignominia o dell’umiliazione (1839 – 1949) che vede la firma degli “unequal treaties” che concedono alle potenze straniere territori, porti franchi, concessioni per la distribuzione di varie merci, fra cui l’oppio

Prima Guerra dell’Oppio (1839 – 1842), quando il Regno Unito reagisce con “la diplomazia delle cannoniere” al tentativo cinese di bloccarne il traffico.

Con il Trattato di Nanchino il Regno Unito ottiene l’apertura di vari “Treaty Ports” tra cui Shanghai e Canton e il libero accesso dell'oppio e degli altri loro prodotti nelle province meridionali a basse tariffe doganali e ottiene la cessione dell'isola di Hong Kong in via permanente.

Seconda Guerra dell’Oppio (1856 – 1860) e ulteriori concessioni

Tragici eventi dell’ottobre 1860 con il saccheggio del Palazzo d’Estate, l’incendio della Città Proibita e la conseguente capitolazione di Pechino.
Legalizzazione del commercio dell'oppio e la sua diffusione
libero accesso per i mercanti britannici a tutta la Cina
cessione al Regno Unito di altre isole dell’arcipelago di Hong Kong e della penisola di Kowloon

Altre guerre si succedono fino a inizio ‘900 (fra cui l’aiuto del Regno Unito e di altre nazioni occidentali all’imperatore cinese per sedare la Rivolta dei Boxer).

Le potenze europee ottengono molte altre concessioni territoriali e vantaggi commerciali
A inizio ‘900 in Cina si trovavano almeno una trentina di “concessioni”, tra cui menzioniamo quelle di Shanghai, Tianjin, Qingdao, Hankou oltre a Hong Kong
In alcune grandi città come Shanghai e Tianjin, c’erano varie concessioni, ciascuna per una diversa nazione occupante. Non poteva mancare l’Italia, che dal 1917 al 1947 tenne una concessione a Tianjin
Le ultime “concessioni” restituite alla Cina furono Honk Kong (ceduta dal Regno Unito nel 1997) e Macao (ceduta dal Portogallo nel 2000).

 [Anche l'Italia, nel 1901, ebbe una sua concessione a Tiensin. Alla fine della prima guerra mondiale furono portati a Tiensin quei combattenti dell'esercito austroungarico del fronte russo che si fossero dichiarati "redenti"; tra essi molti triestini, goriziani e istriani.]

Punti storici salienti di inizio ‘900 in rapida successione:

Fine 1911 caduta dell’ultimo imperatore (Pu Yi) e nascita della Repubblica di Cina l’1 gennaio 1912 con Sun Yat Tsen come Presidente provvisorio
12 agosto 1912 costituzione del Kuomingtang (Partito Nazionalista) con Sun Yat Sen a capo fino alla sua morte nel 1925, sostituito da Chiang Kai –schek
Nella Prima Guerra Mondiale, la Repubblica di Cina si schiera a fianco degli Alleati
Frammentazione del paese e avvento dei “Signori della Guerra”
1 luglio 1921 costituzione del Partito Comunista Cinese con il Primo Congresso tenutosi a Shanghai
Il Giappone sostenendo i signori della guerra impone la propia influenza in Cina fondando un governo con capitale a Pechino
Nel 1920 Sun Yat Tsen a Canton fonda un governo autonomo, contrapposto a quello di Pechino.
Seconda guerra Sino – Giapponese (1937 – 1945) e guerre civili fra i nazionalisti del presidente-generale Chiang Kai-shek e i comunisti di Mao Zedong (1927-1937 e 1945-1949)
1 ottobre proclamazione della People’s Republic of China

1950 – 1976, virata del paese verso il socialismo con molte contraddizioni e lotte interne

Nel 1950 la Cina era un paese stremato.
Situazione fluida con la graduale trasformazione dell’economia verso la collettivizzazione, ma con una importante fuga di cervelli e imprenditori verso Hong Kong e Singapore.
Primo piano quinquennale (1953 – 1957) con grande enfasi sullo sviluppo dell’industria pesante a scapito dell’agricoltura
1958 – 1961 la politica del Grande Balzo in Avanti, promossa da Mao per dare maggiore enfasi all’industria pesante, ebbe effetti disastrosi, con molti milioni di morti  a causa delle carestie diffuse in tutto il paese (le stime variano da 14 a 43 milioni)
Rivoluzione Culturale (1966 – 1978) lanciata da Mao mobilitando i giovani per estromettere a sua volta i dirigenti (primo fra tutti Liu Shaoqi, allora Presidente del partito, e anche Deng Xiaoping), che lo avevano emarginato mentre cercavano di cambiare la politica economica e di uscire dalla situazione ormai tragica.
I peggiori eccessi finirono nel 1969, ponendo fine alle peggiori violenze che furono causa di molti morti (le stime degli storici oscillano tra 300.000 e 7 milioni di vittime)

Gennaio 1978: muore Zhou Enlai, che era stato Primo Ministro per oltre 26 anni, molto benvoluto dal popolo perché si sforzava di minimizzare gli aspetti più negativi (per il popolo) delle politiche di Mao.
La morte di Zhou Enlai diede luogo a un grande cordoglio nazionale da parte della gente comune, in contrasto con il divieto posto dalla Banda dei Quattro, con decine di migliaia di persone che presenziarono al funerale allineati lungo il percorso del feretro. Al contrario di Mao che non mandò alla vedova alcun messaggio di condoglianze.
Qinming Festival, 5 aprile 1976 (tomb sweeping day, ovvero commemorazione dei defunti). Il giorno 4 migliaia di residenti, si recarono alla piazza Tiananmen per disporre corone, posters, striscioni, fiori e cartelli alla base del Monumento degli eroi della Rivoluzione: tutto in onore di Zhou En Lai, esprimendo così dei sentimenti contro Mao e la Banda dei Quattro. La mattina dopo, i dimostranti trovarono la piazza vuota e completamente ripulita. La rabbia esplose e oltre 100.000 persone invasero la piazza saccheggiando edifici governativi e dando fuoco al municipio. Il giorno dopo, con il consenso di Mao, sua moglie Jiang Qing mandò la polizia a fronteggiare le dimostrazioni e a portare in galera molti dimostranti con l’accusa di essere dei contro-rivoluzionari.
Morte di Mao (9 settembre 1976) e caduta della Banda dei Quattro il 6 ottobre su ordine di Hua Guofeng che in aprile era stato nominato Primo Ministro. Molti storici concordano che si trattò di un colpo di Stato.

1977 e anni successivi: progressivo smantellamento dell’industria di stato e costruzione del “Socialismo con caratteristiche cinesi" ovvero “socialismo di mercato”

Nel dicembre ’78, Deng Xiaoping sostenuto da molti “senior leaders” del partito rimosse Hua Guofeng dalla carica di Primo Ministro Deng diventò di fatto il leader supremo della Cina
Negli anni successivi, si iniziò gradualmente a passare da una economia totalmente centralizzata (tutte le imprese appartenevano allo stato oppure alle provincie oppure alle municipalità) a una sorta di economia mista
Grande slancio fu dato da Deng Xiaoping (famosa la sua frase “non importa se un gatto è nero o bianco; finché catturerà i topi, sarà un buon gatto”) che diede ordine di sviluppare l’industria leggera per poter mettere a disposizione dei cittadini molti beni di consumo che fino ad allora scarseggiavano o mancavano

Nella seconda metà degli anni ’80, lo sviluppo dell’impresa individuale fu incoraggiato e nel 1992 l’economia di mercato fu ufficialmente sancita con lo storico documento approvato dal XIV Congresso del Partito che introdusse ufficialmente il termine "economia di mercato socialista".
Grandissima importanza, per lo sviluppo dell’economia, ebbero le ZES – Zone Economiche Speciali. Queste erano regioni geografiche nelle quali, per attrarre investimenti stranieri con incentivi doganali e fiscali e con finanziamenti alle attività, vigeva una legislazione economica differente da quella del resto della Cina.
Le prime quattro furono aperte nel 1979 (Zhuhai, Shenzhen, Shantou, Xiamen)
Nel 1984 questa formula fu estesa a quattordici città costiere e poi a una vasta area allargata a quattro province intorno a Shanghai. L’occasione fu colta soprattutto da imprenditori di Hong Kong e cinesi dei Paesi confinanti.
La liquidazione o la fusione di molte aziende statali inefficienti e in perdita accelerò negli ultimi anni ’90, dopo la fine della crisi finanziaria asiatica del 1997
Alla fine del 2001 la Cina venne ammessa al WTO ( Organizzazione Mondiale del Commercio) in cambio dell’accettazione di condizioni più restrittive rispetto ad altri paesi in via di sviluppo. Le imprese straniere (comprese le società di investmento) ebbero un accesso molto maggiore ma molte restrizioni rimasero.
Il problema delle copie e della protezione dei marchi.

La Nuova Via Della Seta (BRI o OBOR)

Guardiamo in faccia la realtà: dal punto di vista geopolitico si tratta di un tentativo di neo-colonialismo ricoperto da uno spesso strato di dolcificante.

Due sono gli obiettivi principali:

1)  Economico

Evitare possibili blocchi marittimi da parte del Stati Uniti, che sui mari di tuttto il mondo hanno una forza e una presenza di gran lunga maggiore di quella della Cina. Con la Nuova Via della Seta la Cina potrebbe commerciare con tutta l’Asia continentale e l’Europa.

2) Geopolitico

Condizionare i paesi che ricevono i finanziamenti cinesi in modo che nei vari consessi mondiali alla fine, sui temi che veramente contano, i paesi in oggetto si schierino dalla parte della Cina. (con le buone o con le cattive).

Tanto per citare un esempio, guardiamo a cosa è successo in Sri Lanka: la Cina aveva dato tramite la Exim Bank of China un grosso prestito allo stato (con interessi del 6,3% annuo) per la costruzione di un nuovo porto e di un nuovo aeroporto con il costo di 361 milioni di Dollari (usando imprese cinesi, materiali cinesi, macchinari cinesi): quando lo Stato non è stato in grado di onorare il debito, nel 2017 la Cina si è fatta dare in cambio il porto con un leasing di 99 anni. Chissà se qualcuno ha chiesto allo Sri Lanka perchè non avevano chiesto un finanziamento alla Banca Mondiale o alla Banca Asiatica di Sviluppo che normalmente chiedono interessi molti più bassi.…

In altre parole, vale ancora quanto descritto più sopra: con la BRI la Cina cerca di creare dei paesi satelliti che possono prosperare fino a quando sono dei tributari della Cina e vengono all’occorrenza da essa difesi.

La Cina di oggi

Colosso manifatturiero con scarsità di materie prime (petrolio, molti minerali)
Nelle produzioni (di qualità) ad alto contenuto di manodopera la Cina non è più competitiva. Ad esempio, molte aziende cinesi nel settore dell’abbigliamento si sono spostate in Bangladesh e Vietnam. Alcune hanno addirittura messo in piedi delle fabbriche in Romania.
Nei settori più tecnologici, l’offerta e la concorrenza che la Cina fa sui mercati internazionali è basata sul prezzo basso e non sulla eccellenza della qualità.
È un fatto che le macchine utensili e di altro tipo, che la Cina aveva copiato dalle aziende europee, non riescono a penetrare i mercati più esigenti.
Nella componentistica meccanica più sofisticata, la Cina non riece a competere. Dando un valore di 100 alla qualità tedesca, la Cina può fornire componenti simili ma di qualità 80 a un prezzo che costano anche il 50% di quelli tedeschi. Per la qualità 100, il prezzo cinese è del 20 ~ 30% più alto.
La Cina è in grado di costruire treni super-veloci (oltre 400 km/h) ma dopo molti incidenti ha imposto sulle sue linee una velocità massima di 300 km/h
Invece non è ancora operativo l’aereo passeggeri che la Cina ha iniziato a progettare oltre 20 anni fa. Comunque i motori sarebbero cotruiti in Europa o USA.
Tuttavia è innegabile che gli investimenti nella ricerca, in educazione, nello sviluppo di nuove tecnologie e in infrastrutture in Cina aumentano mentre in molti paesi occidentali (primo fra tutti gli US) diminuiscono da almeno 25 anni.
La conseguenza è che l’occidente è sulla difensiva mentre la Cina avanza. Il blocco amministrativo dell’uso di tecnologia cinese per le infrastrutture de 5G non può essere la soluzione
A breve, la Cina sarà nuovamente al centro del mondo: di fatto e non solo come sentimento della sua gente. E non potrà essere fermata con la sola politica dei dazi imposti da Trump.

CONCLUSIONI

Quando sono in gioco i suoi interessi strategici, la Cina può essere brutale.

-         Per l’Italia, essere “tributaria” della Cina non porterebbe grossi vantaggi: il nostro export aumenterebbe di poco perché abbiamo già “dato fondo” all’esportazione delle nostre eccellenze: meccanica strumentale, moda, turismo. Ho lasciato fuori il cibo e il vino, dove potremmo fare molto di più ma comunque con numeri finali poco interessanti come paese. Per finanziare grossi progetti sarebbe meglio rivolgersi alla Banca Europea degli Investimenti. Potremmo essere coinvolti in qualche progetto BRI di infrastrutture in paesi terzi, ma sarebbe un regalo occasionale perché le grandi aziende di costruzioni cinesi sono meglio delle nostre.

-         Anche Trieste avrebbe vantaggi limitati. Ci potrebbe essere un ampliamento / miglioramento della infrastruttura per lo smistamento dei containers sui treni destinati al centro Europa e qualche investimento nella Zona Franca sia per logistica che per attività di assemblaggio di beni di consumo o strumentali (destinati all’Europa) con componenti provenienti dalla Cina.

-         Personalmente, penso che il Presidente del Porto Zeno D’Agostino sia molto bravo e sicuramente non “svenderà’ Trieste

-         Comunque prepariamoci personalmente a farci una domanda e a darle risposta: DA CHE PARTE VOGLIAMO STARE?

Le cinque tecniche che la Cina usa per ottenere tecnologie dall’estero:

Contratti capestro con i fornitori stranieri di tecnologia in modo da far crescere le aziende locali.
Acquisizioni di aziende occidentali oppure accordi finanziari che consentano l’accesso alla tecnologia del partner
Acquisto di tecnologie avanzate
Spionaggio umano ed elettronico
Utilizzo degli studenti che frequentano le università straniere e poi trovano lavoro in aziende altamente innovative nei rispettivi paesi

Hong Kong merita una nota a parte, anche per cercare di capire gli eventi di questi giorni.

Il territorio di Hong Kong era regolato da tre trattati:

  • 1842: Fine della prima guerra dell’Oppio e cessione alla Gran Bretagna dell’isola di Hong Kong in via definitiva.
  • 1860: fne della seconda guerra dell’oppio e cessione alla Gran Bretagna in via definitiva della penisola di Kowloon e di alcune isiole dell’arcipelago.
  • 1898: in base alla Seconda Convenzione di Pechino la Gran Bretagna ottenne la cessione per 99 anni dell'isola di Lantau e delle terre settentrionali adiacenti a Kowloon, che divennero note come i Nuovi Territori.

Da notare che il confine in terraferma tra il territorio della penisola di Kowloon e i Nuovi Territori, era constituio dalla Boundary Street che adesso è praticamente in centro città.

Dopo lunghe trattative negli anni ’80 ai tempi di Margareth Thacher, alla fine la Gran Bretagna accettò la restituzione alla Cina (a partire dal 1/07/1997) di tutti i territori a patto che per un periodo di 50 anni fosse concesso che tutte le leggi in vigore non sarebbero state toccate, salvo quelle in contrasto con la Basic Law (una sorta di mini-costituzione negoziata tra Cina e GB). Di fatto, Hong Kong continuava a vivere con le stesse leggi che aveva al tempo coloniale.  Tuttavia quello che era il Governatore (nominato dalla Regina) diventava il Chief Executive nominato da Pechino dopo una votazione da parte dei membri del Electoral College, che nel 2017 era costituito da 1200 persone. Inoltre i candidati alla posizione di Chief Executive devono essere appprovati da Pechino.

A prima vista, soprattutto a una prima vista di chi non conosceva la “vecchia” Hong Kong, nulla è cambiato, a parte l’assenza della polizia inglese. La presenza cinese è molto discreta, però agisce da dietro le quinte in modo ferreo e il Chief Executive ha le mani legate.

La crisi attuale era stata preceduta alcuni anni fa dalla “scomparsa” dei librai indipendenti, che nei loro negozi vendevano, tra gli altri, anche libri in lingua cinese molto critici nei confronti di Pechino. Improvvisamente i librai cominciarono a sparire, la polizia di Hong Kong diceva di non saperne niente,  poi improvvisamente comparivano in qualche tribunale in Cina. Qualcuno riuscì a cavarsela ma andò a vivere in un altro paese. Comunque i loro negozi vennero chiusi. Oggi a Hong Kong non riesci a trovare alcuna libreria “indipendente” che metta in vendita libri non graditi alla Cina.

Fino a qualche anno fa, all’aeroporto di Hong Kong i negozi di libri e giornali appartenevano a catene internazionali. Oggi sono tutti dipendenti da enti cinesi, così che i cinesi di Cina non possano acquistare o trovare informazioni critiche del regime.

Il fattore scatenante della crisi di questi giorni è stato il tentativo del governo di Hong Kong di fare votare una legge che consenta l’estradizione verso la Cina di cittadini cinesi e stranieri (in modo da poter gestire casi come i librai senza critiche).

La richiesta è grave in sé, ma in più fatta in un periodo molto delicato perché la popolazione negli ultimi anni ha sviluppato un sentimento fortemente anticinese causato dalla “invasione” di turisti cinesi e dai loro forti acquisti di proprietà immobiliari. Fatto che ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi e reso gli appartamenti inaccessibili alla maggior parte della popolazione.

I Cinesi d’Oltremare – Huáqiáo ren

Con questo termine ci si riferisce alle genti di origine cinese che risiedono fuori Cina.

L’emigrazione dei cinesi e iniziata molto tempo fa, praticamente già ai tempi delle spedizioni dell’ammiraglio Zheng He, quando parecchi menbri dei suoi equipaggi decisero di restare nei paesi via via visitati.

Successivamente, nel XIX secolo, quando l'età del colonialismo era al suo apice, incominciò la grande diaspora cinese. In molte colonie mancava un grande bacino di lavoratori. Nel frattempo, nelle province del Fujian e del Guangdong in Cina, si ebbe un'impennata dell'emigrazione come conseguenza della povertà e della rovina causate dalla rivolta dei Taiping. L'impero Qing fu costretto a consentire ai suoi sudditi di lavorare oltremare sotto le potenze coloniali. Molti Hokkien scelsero di lavorare in Asia sud-orientale (dove avevano legami precedenti che risalivano all'era Ming), come anche i Cantonesi. Al tempo, principali destinazioni furono Singapore e la Malesia ma anche in certe parti dell’Indonesia. Dalla metà del XX secolo in poi, l'emigrazione è stata diretta primariamente verso i paesi occidentali come gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda, il Brasile, e le nazioni dell'Europa Occidentale. Tra gli anni 1950 e 1980 molti furono i cinesi che scapparono (illegalmente) verso Taiwan e Hong Kong.

Si stima che oggi i cinesi d’oltremare (nel mondo) siano circa 40 milioni. Di questi, molti sono di recente emigrazione verso paesi poco popolati (come Canada e Australia) che hanno istituito programmi per incentivare l’immigrazione dei cinesi. L’acquisto di un appartamento o il deposito in banca di una cospicua somma di denaro erano (ma penso sia ancora così) sufficienti per avere il visto, poi la green card e poi la residenza. Considerate Vancouver (in Canada) dove nel 2019 la popolazione cinese risulta essere oltre il 20% del totale (di circa 2,5 milioni di persone). 

Nel Sud-Est Asiatico, a parte Hong Kong e Singapore dove per motivi storici i cinesi sono la grande maggioranza, in alcuni paesi come Malesia e Indonesia di fatto hanno in mano l’economia. Anche nelle Filippine la loro partecipazione all’economia è moto forte.

Ma a parte i numeri della diaspora, dobbiamo considerare altri concetti importanti.

  • In ciascun paese / città i gruppi di cinesi sono molto compatti e solo raramete di “mescolano” con i locali (leggi matrimoni misti). Molto spesso non imparano o imparano solo dei rudimenti della ligua locale e nominano un proprio rappresentante che tuteli i loro interessi rispetto alle autorità locali.
  • Nel comune parlare tra di loro, i cinesi chiamano i residenti locali originari del paese che gli ospita (ad esempio gli italiani di Trieste) vengono chiamati “gli stranieri”.
  • I legami con la Cina rimangono fortissimi, anche quando i soggetti erano scappati illegalmente. Tanto che spesso ritornano a visitare i loro villaggi (ovviamente usando il passaporto del paese di accoglienza)
  • I cinesi della diaspora sono stati i più forti investori in JV in Cina (soprattutto quelli di Hong Kong e Singapore negli anni ’80 e ‘90). In tempi recenti chiaramente gli investimenti degli stranieri sono molto aumentati ed hanno preso il sopravvento.
  • Nelle loro comunità all’estero, il comune sentire è che si sentono molto più legati alla Cina che al paese che li ospita.

Tutto quanto sopra significa che i cinesi della diaspora sono un asset importantissimo per la Cina. Basti pensare ai manager cinesi che lavorano in posizioni di rilievo in aziende straniere ad alta tecnologia: su richiesta della madrepatria loro sono molto disponibili a passare informzioni “sotto-banco”.

Pensate anche all’Africa, dove la presenza cinese è molto importante e controlla molte attività. solo che in molti paesi africani i cinesi non sono ben visti perché fanno sì molti investimenti, ma poi usano le proprie società di costruzione e i propri macchinari per realizzare i progetti stessi senza coinvolgimento di manodopera locale e quindi senza ricadute positive. Tanto che molti paesi africani voglioni ridiscutere i termini dei finanziamneti o degli investimenti diretti.

Comunque sia, la presenza dei cinesi in molti paesi ricorda quella delle potenze coloniali europee nei secoli passati. Con la differenza che gli Europei dominavano e sfruttavano, mantre i cinesi sono tutto sommato molto più rispettosi e collaborativi (se non gli si pestano i piedi).

Confucianesimo e Taoismo

Confucio e Laozi (Confucianesimo e Taoismo)

Confucio

Fu il promotore di un pensiero originale, inedito nel panorama culturale cinese del VI-V secolo a.C.: il suo insegnamento può essere sintetizzato come "il tentativo di elaborare una concezione etica dell'uomo nella sua integralità e universalità", vale a dire che Confucio tentò di fornire una serie di indicazioni relativamente a quale sia il modo migliore in cui l'uomo può condurre la sua esistenza, tenendo conto di tutti gli aspetti più importanti della natura umana. Ciò comportò non soltanto l'individuazione e la ridefinizione del significato di che cosa possa significare di preciso "essere umano", ma anche la proposta da parte di Confucio di un nuovo modello per la realizzazione di sé, giudicato compatibile con l'edificazione di una comunità umana prospera e armoniosa.

L'insegnamento di Confucio si è rivelato determinante per lo sviluppo del pensiero cinese: è lecito affermare che dopo la sua morte nessuna delle scuole di pensiero, delle correnti filosofiche e dei pensatori che si susseguirono in Cina poté prescindere dal confrontarsi con quella che si presenta come una vera e propria "figura fondatrice".

Confucio elaborò un sistema rituale ed una dottrina morale e sociale, che si proponevano di rimediare alla decadenza spirituale della Cina, in un'epoca di profonda corruzione e di gravi sconvolgimenti politici. Dando forte enfasi ai legami familiari e all'armonia sociale tra gruppi più vasti, quindi alla rettitudine del mondo reale, il Confucianesimo è definito come una dottrina umanistica. È una religione che "sacralizza il secolare", considerando le attività ordinarie della vita umana, e specialmente le relazioni intra-umane, come manifestazioni del sacro in quanto esse sono espressione della natura morale dell'uomo.

Alcune intuizioni di quel tempo sono abbastaza note anche in Occidente e non cessano di esercitare una loro azione nel presente. Tra queste, la più fammosa è certamente quella che ispira il trasferimento di potere da un imperatore all’altro o – più ancora – da una dinastia all’altra. Secondo questa tradizione, il potere appartiene al Cielo (Tian) e qusti lo affida agli uomini che hanno dimostrato con un comportamento virtuoso e disinteressato di esserne degni. (il cosidetto “mandato celeste”, tian ming)

Taoismo o Daoismo

Il Daoismo è una religione, una filosofia e una via di vita originaria della Cina, istituzionalizzatasi all'incirca nel II secolo avanti Cristo, scaturendo da un movimento di pensiero nato dalla combinazione dell'antica filosofia cinese con le opere spirituali di Laozi, vissuto nel VII secolo a.C.

«Il termine "daoismo" è usato nei testi che trattano la Cina per coprire un'ampia varietà di fenomeni, dalla classificazione bibliografica di testi filosofici - che includono Zhuāngzǐ, Laozi ed altri lavori - a vaghi modi di sentire: l'amore per la natura, la ricerca della libertà personale, la concomitante antipatia per l'ordine sociale ispirato dal confucianesimo, una antipatia scambiata e condivisa, nel corso della storia della Cina, da un numero di ex funzionari eremiti e delusi. In quest'ottica il daoismo ed il confucianesimo devono essere visti come i poli yin e yang del pensiero cinese. Praticamente ogni figura della storia della società cinese, che non possa essere identificato come confuciano, è adatto ad essere considerato daoista. Questi ultimi comprendono quindi guaritori, mistici, terapeuti-intellettuali, sciamani, alchimisti, ricercatori dell'immortalità, figure provenienti dalla religione popolare che riuscivano a trovare menzione nelle storie dinastiche, ed anche i pochi confuciani che, alla fine delle loro vite, si allontanavano dalla società e trovavano conforto in uno dei lavori filosofici, classificati dal punto di vista bibliografico come daoisti, od anche nella religione daoista stessa.»

   

 

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 234 EstensioneCina.pdf (0 kB) Estensione della Cina in vari periodi storici
234 ConferenzaSullaCinaPrimorski.pdf (0 kB) Articolo Primorski Dnevnik
234 La (0 kB) La Stampa
234 MF20200116_14_Cina.jpg (0 kB) Milano Finanza