Quelle & Quelli del ‘68, FVG. Verbalino dell’incontro al S.Marco del 7 dicembre 2016

Presenti:
Claudo V., Claudio G., Gianfranco T., Franco S., Mauro G., Gianfranco C., Anna C., Roberto T., Aldo C., Carlo B., Maurizio C., Patrizia B.,Dario V., Loukas S., Gianni V., Giorgio C., Ilvio B.

1. Archivio storico e documentazione: a tutti si propone di mettere a disposizione dell’Istituto di Storia della Resistenza FVG Tutta la documentazione di cui si è in possesso e relativa agli anni ‘65-’75. Fate un elenco scritto della documentazione in vostro possesso. In fotocopia od in originale. Potete consegnarla al S.Marco o contattando Giorgio C..
Fotografie comprese, via scannerizzazione in qualunque negozio di stampa tesi/fax/fotocopie o chez vouz se attrezzati.

2. Ottimizzazione della comunicazione
a) i contatti con indirizzo e tel. finora “schedati” assommano a 84 nomi; after-Cavazzo e con la creazione della mailing list in googlegroups solo una trentina di persone sono effetivamente in contatto tra loro. Via telefono Mauro G., Maurizio C. e Franco S., hanno pregato Furio P. di fare in modo da far giungere le comunicazioni a tutti 84,

b) di informare tutti, con esemplificazione via immagini, sul come iscriversi al Sito www.quellidel68.it per poter usufruire di tutte le sue prestazioni e potenzialità.

C) Furio P. è stato altresì pregato di attivare, nel sito, un FORUM: spazio, virtuale, di dialogo sulle cose che ci stanno a cuore. Nonché di pubblicazione di verbali e proposte.
Uno spazio agile e pulito; prima di tutto ascolto, concisione, assenza di propaganda e pubblicità.
Una casella dopo l’altra per interloquire.
Non è di facile attuazione, riteniamoci in formazione permanente. Grazie.

3. Aiutarci a riconoscerci. Siamo tutti invitati pressantemente a scrivere:
- “il mio ‘68” - una/due pagine (contenersi, se no, alla fine nessuno legge).
- “il mio CV” - il percorso socio-politico-economico-istituzionale-affettivo da quegli anni ad oggi, ovvero, “chi sono oggi” ( contenuti se no nessuno legge, essenziali vedi sopra, e magari non troppo assertevi, rispecchiando le questioni che in fondo ognuno pone a se stesso)
- procede il lavoro di “segnaletica” con Carlo B. e le sue fotine di identità: collaborate, su appuntamento con Carlo.

4. Ricostruzione del contesto dell’epoca, soprattutto in termini locali ed a pertire dalla metà degli anni ‘60. Ne hanno sottolineato l’importanza soprattutto Gianfranco T. e Claudio V., tutti poi d’accordo. E’ un asse di lavoro comune.

LAST but not LEAST
Il clima dell’incontro: allegro, preoccupato di risolvere i problemi di comunicazione – la più allargata possibile – e serio.
L’ultima ora, con una decina di interventi, è ruotata intorno alla questione “che fare? Esiste qualcosa che desideriamo e volgiamo FARE (password: insieme)? Possono le nostre intelligenze ed esperienze coniugarsi al futuro?
Sono apparse prime risposte, ma soprattutto, alla fine, una considerazione di metodo:diamoci l’occasione, per esempio con un incontro di una giornata, al mese e nei prossimi sei mesi,per ascoltarci, riflettere e valutare. O altra indicazione di metodo che ci consenta di riconoscerci non solo nel passato.
Grazie ed a presto

Il segretario protempore Maurizio C.

============
UNUFFICIAL...
Claudio V. Resoconto personale della riunione di “quelli del68” al caffè San Marco il 7.12.16
(I nomi sono stati rimaneggiati da Furio P.)

Mi sono autonominato verbalizzatore della discussione svolta tra una decina di compagni. Le prime 3 decisioni prese saranno, credo, nel resoconto ufficiale redatto da Maurizio C., così come la lista dei presenti.

Premessa: Tutti hanno concordato sul piacere dell’incontro sia a livello umano che politico in generale. Le diversità, se capite, possono arricchire e non indebolire.

Presiede Aldo C. (quasi sempre ognuno alza la mano e prende la parola e il presidente annuisce…)

Gianfranco T.: esaminiamo i cambiamenti avvenuti nel mondo studentesco tra il 1965 e il 1975. Nel 1966 eravamo 20 o 30 a difendere il Tribuno (al vertice dell’Organismo rappresentativo. Che non contava niente) dagli assalti pseudo ironici di centinaia di goliardi semifascisti. Nel 1970 il corpo centrale dell’Ateneo fu occupato da centinaia di studenti su decisione di Assemblee assai numerose (i 700 posti a sedere dell’Aula Magna erano del tutto insufficienti). Inoltre cerchiamo di capire perché a Trieste, a differenza di altre sedi, il fenomeno della lotta armata fu assai marginale.

Mauro G.: non sono molto interessato ad una pura ricostruzione storica del movimento. Dopo 15 anni che non faccio politica, cerco piuttosto di svolgere un lavoro sociale e culturale per il quale, penso, siamo abbastanza preparati. Le nostre esperienze devono proiettarsi verso il futuro. Ad esempio analizziamo perché, anche secondo dati del CENSIS, anche molti giovani oggi mostrano un evidente disagio e tendono a dirigere la colpa verso gli immigrati.

Claudio V.: ritengo che sia positivo procedere da una descrizione individuale del tipo “il mio ‘68” e che, unendo i risultati, si possa sia conoscersi meglio sia capire di più gli intenti collettivi. Il denominatore comune ci potrebbe far capire il ’68 locale nelle sue caratteristiche particolari.

Franco S.: Sto pensando a cosa hanno significato i miei 4 anni che ho passato a Trieste dal ’68 in poi. Penso che sarebbe utile confrontare l’attività locale con quella di altre sedi, ad es. Udine e Venezia. Inoltre la paginetta dei “Curriculum Vitae” post ’68 e fino ad oggi darebbero spunti per trovare le connessioni del singolo attore con gli altri partecipanti.

Maurizio C.: riprendo il testo del mio allegato spedito ieri al gruppo Whatsapp. Il nostro terreno di intervento potrebbe essere quello di organizzarci per attuare “pratiche di pace” e per collegarci con altre realtà impegnate in questo senso. Propongo una riflessione su quanto sta avvenendo nell’isola greca di Leros, di circa 8.000 abitanti e dove sono giunti negli ultimi tempi 35.000 immigrati. Si tratta di capire come sia stata possibile l’accoglienza solidale in condizioni così difficili. Propongo anche di invitare ad un nostro incontro pubblico le famiglie Regeni e Soresin. L’obbiettivo complessivo dovrebbe essere quello della riconciliazione che era, ed è, molto importante a Trieste. In ogni caso lanciamo un appello agli 84 iscritti al gruppo WA per approfondire le tematiche che oggi emergono.

Roberto T.: è da realizzare una messa a fuoco del nostro periodo sulla base di esperienze e di documenti. Grazie ad Anna che ha portato qui una grossa cartella di materiali usciti dal movimento e sulla stampa. Cerchiamo di capire cos’è avvenuto nel mondo dei giovani per i quali oggi termini come organizzazione e solidarietà risultano molto lontani. In effetti la società attuale registra un ampio malessere, ma non sa interpretarlo bene. Occorre lavorare in vista dell’ambiziosa scadenza della futura Assemblea in Aula Magna. Ad ogni modo non mi pare il caso di fare troppi voli pindarici sulle nostre possibilità. Tra l’altro, nel campo della solidarietà sociale, ci sono già delle reti di associazioni che funzionano da tempo e si riuniscono di frequente.

Gianfranco C.: (scherzando: propongo di pensare a una casa di riposo denominata Bandiera Rossa). Ritengo davvero importante le autobiografie per ricavare delle riflessioni sulle diverse scelte sia culturali che di lavoro e impegno. Tra di noi c’è chi ha avuto ruoli istituzionali, chi è entrato all’università come docente, chi ha attuato nella produzione in senso stretto. Sono convinto inoltre che sia importante approfondire il tema della nostra rottura con la società precedente al ’68 tenendo conto anche delle nostre varie ideologie di riferimento. Oggi c’è un ribellismo giovanile senza obbiettivi e senza ideologia e privo di modelli di società futura. Insomma: non voglio che diventino grillini.

Franco S.: parto dal presupposto che la verità non esiste e perciò nemmeno noi l’abbiamo. Vedo la scadenza del 12 marzo, con il nostro convegno relativamente vicino a Trieste, come un importante momento di scambio e di confronto. In questo senso ribadisco la pregnanza dei Curricula e della messa a punto del proprio ’68. Vedo come passo successivo la scelta di temi specifici come l’esclusione sociale.

Vari: il prossimo mercoledì 14 decidiamo sulle cose da fare.

Claudio V.: nel frattempo fate i 2 “compiti a casa”, cioè “il mio ‘68” e il Curriculum vitae.

Gianfranco C.: consideriamo comunque che molte cose sono cambiate. Per noi il razzismo era semplicemente inconcepibile.

Claudio G.: valorizziamo il percorso comune sia individuale sia in chiave collettiva. E ragioniamo sui risultati.

Claudio V.: propongo che si svolga una discussione comune su uno degli aspetti oggi considerati e che si videoregistri. Sarà un materiale da elaborare e su cui lavorare in vista di un risultato da pubblicare. (Anna aveva parlato di un possibile libro. Nel caso, lei avrebbe già pensato ad un editore).

Nota finale: ho voluto non ascoltare il saggio consiglio di Mauro G. di non redigere un verbale con i contenuti singoli. Ci saranno inevitabili errori e approssimazioni, ma poiché avevo proposto un resoconto nelle riunioni alle quali non ho potuto partecipare, ritengo che anche queste paginette possono servire a chi, questa volta, era assente. La prossima volta potrà partire dai punti qui considerati.