DETERMINAZIONI ASSEMBLEARI QUELLI DEL ‘68 A TRIESTE
Samatorca 11 marzo 2017

QUESTO NON È UN VERBALE è una versione romanzata e assolutamente soggettiva di circa 2 ore di discussione

Dopo aver sommariamente descritto cosa è documentato negli archivi finora raccolti e consultati (Mauro G) e illustrato lo schema di mostra proposto nel sito “quelli del 68” (Furio P), sono stati discussi la finalità della mostra, i tratti specifici del ‘68 (1965-1975) all’Università di Trieste e nella Regione FVG, il contesto sociale e politico della regione e in Italia, cosa ha significato la nostra esperienza dopo il 1975 in regione. Inoltre, è stata riproposta la questione del finanziamento della mostra per un spesa stimata (al minimo) di 5.000 euro  e, collegata, la definizione della riconoscibilità giuridica del gruppo (Antonio C e Anna C).

  • Finalità della mostra
  • Specificità del ‘68 a Trieste
  • Contesto & Contestazione
  • Dopo il ‘75
  • In conclusione della riunione

La finalità della mostra parte dalla configurazione del gruppo, composto da chi ha frequentato l’Università in quegli anni e ha partecipato attivamente al movimento nello stesso periodo. Il “cuore” attorno al quale costruire la mostra sarà ancora l’Università e la valorizzazione di quello che il movimento ha portato nella istituzione universitaria, nella città, nella regione. Non è stato affrontato il tema di chi sono gli interlocutori privilegiati della mostra, oltre a noi stessi, e se ci può essere una finalizzazione condivisa nella presente vita politica, culturale e sociale. Resta da discutere.

La specificità del ‘68 a Trieste rispetto a quanto avvenuto nel resto d’Italia può essere delineata e descritta, pur essendo a pieno titolo in continuità e connessa con i temi assunti e gli avvenimenti animati dal movimento studentesco e operaio in Italia e nel mondo (vedi dopo, contesto). Appare interessante sviluppare l’analisi a partire da alcune componenti ed esigenze riconoscibili del corpo studentesco (gli studenti giuliani e friulani della piccola borghesia ma anche di famiglia operaia o contadina che avevano accesso per la prima volta nella storia familiare all'Università, gli studenti stranieri, in particolare i greci sotto la dittatura dei colonnelli, la prima generazione triestina dei profughi istriani, gli studenti sloveni e la comunità slovena). Questi gruppi si sono scontrati con la struttura bloccata dell’Università e della città, ma hanno anche  respirato e assimilato la storia, spesso drammatica, e la cultura sedimentata a Trieste, poi hanno contribuito a trovare un superamento delle fratture sociali da cui provenivano, nel movimento all'Università. Possiamo fare lo sforzo di declinare la/le specificità e individuare/documentare i processi di ricomposizione, contaminazione, superamento delle divisioni originarie. Resta da discutere.

Il contesto sociale e politico della regione e in Italia: in una parola l’avvento di quella che, all'inizio, si definiva Contestazione, gli Anti …... e le parole d’ordine del movimento:

  • Antiautoritarismo
    • Critica alla cultura dominante e accademica
    • Dignità e eguaglianza di fronte a qualsiasi potere - Egualitarismo
    • Democrazia diretta
    • Liberazione sessuale
  • Antifascismo                                                
    • Difesa della democrazia e della partecipazione
    • Rovesciamento delle dittature nel mondo e cancellazione dei residui del regime fascista in Italia
    • Ora e sempre Resistenza
  • Anticapitalismo
    • Alleanza operai e studenti contro lo sfruttamento del lavoro e delle classi subalterne
    • Diritto allo studio
    • Autonomia del sapere dalle logiche di asservimento al capitale
  • Antimperialismo
    • Sostegno alle lotte dei popoli oppressi
  • Anticolonialismo
    • Autodeterminazione dei popoli e affermazione della sovranità popolare e della democrazia
  • Antimilitarismo
    • Lotta all’oppressione dell’apparato militare sui territori e all’interno delle caserme
    • Pacifismo e obiezione di coscienza
  • Antirepressione
    • Critica della giustizia borghese
    • Denuncia dell’uso autoritario dei corpi repressivi dello stato contro i movimenti e i settori popolari
    • Istituzioni “negate” e organizzazione di forme democratiche degli “operatori”

Questi “titoli”, per essere comunicati ed essere trasformati nella mostra, devono essere riempiti dalla documentazione disponibile e da una ricerca degli avvenimenti, delle esperienze e delle interpretazioni che si ritrovano in quel decennio a Trieste e in regione. Resta da studiare e da discutere.

Sarebbe utile mettere a disposizione di tutti nel sito l’elenco del materiale che si trova oggi negli archivi e nei fondi, allo scopo di ancorare la discussione sulla mostra a quello che c'è a quello che si può fare, e allo scopo di cominciare ad organizzare una fonte documentale (archivio?) per future esigenze, nostre o di altri. È un lavoro: chi lo fa?

Dopo il ‘75 ognuno di noi si è trovato a lavorare in regione FVG e fuori, con esperienze nei vari campi professionali, nelle amministrazioni, nella scuola, nei sindacati, nelle formazioni politiche, all'Università. Sarebbe bella una “schedatura” ragionata e sistematica dei nostri curricula, confidando in una adesione di massa all'iniziativa, che non è ancora avvenuta (a partire dal mio CV, non ancora prodotto e pubblicato).

Invece di una ricostruzione storica o sociologica dei quarant'anni fino ad oggi, da tradurre in documentazione visiva, sarebbe da verificare la maggiore efficacia comunicativa (e semplicità di realizzazione) di interviste sulle esperienze significative di quelli del ‘68. Di seguito un elenco assolutamente non esaustivo di possibili “casi studio” e dei protagonisti da intervistare.

  • Il terremoto del 1976 e la ricostruzione del Friuli (Carlo Ricci – Nando Ceschia – Stefano Urbano - ………….)
  • La chiusura dei manicomi di Gorizia e di Trieste e la diffusione della nostra esperienza con i matti (Maurizio Costantino - ………..)
  • La prima cooperativa di progettazione del triveneto: la Cooprogetti (Edino Valcovich – Paolo De Biaggio – Franco Schenkel)
  • Cantieri Riuniti dell’Adriatico, Italcantieri e Fincantieri, lotte e lavoro (Paolo Maschio – Clara De Vecchi – Toni Villas – Giorgio Trincas -……….)
  • Il cambiamento della Sanità del Friuli Venezia Giulia (Claudio Giuricin – Roberto Ferri – Dino Faraguna - …………..)
  • La salute dei lavoratori e la medicina del lavoro (Massimo Bovenzi – Laureni - …………….)
  • Dalla parte dei bambini: pediatria democratica (Andrea Gardini – Fiora - ………………...)
  • La democrazia riconquistata e la crisi della Grecia (Stathis Lukas – Kostantinos Mpouros – Franco Todaro - …………..)
  • Una pelle di leopardo, la difficile unità, le vittorie e le sconfitte: i sindacati nel Friuli Venezia Giulia (Mauro Gialuz – Nando Ceschia - Paolo Maschio - Franco Todaro – Franco Schenkel - …………..)
  • Il Comune la prima cellula dello Stato, la stagione dei sindaci (Milos Budin – Enzo Rivelli – Carlo Ricci - Stefano Urbano - ………….)
  • L’università a Udine e a Trieste, una dimensione regionale (Paolo Pascolo – Massimo Bovenzi – Edino Valcovich – Claudio Venza - ………….)

A parte la ricostruzione dopo il sisma del ‘76 e la  riforma della Sanità, temi emersi nella discussione a Samatorza, gli altri sono da intendersi come esempi e stimoli ad aggiungere o a tagliare, basati sulla mia personale conoscenza di cose e ruoli delle persone, dall'Università al dopo ‘75. A parte, forse è interessante documentare la vita e il ruolo e, in molti casi, la fine dei circoli culturali e politici del FVG (ad es. Circolo De Rosa – Ronchi, Che Guevara -Trieste, Circolo ARS – Azzano X, Matjia Gubec -Trieste, Cinema 0 – Pordenone, Cineteca – Gemona, ……………). Resta da discutere. 

In conclusione della riunione è stato dato mandato a Antonio Cerini e Anna Canu di sondare quali sono le modalità di accesso ad un eventuale finanziamento dell’iniziativa da parte della Regione FVG, rinviando qualsiasi decisione sulla costituzione in forma ufficiale del gruppo Quelli del ‘68 ad una maggiore definizione delle esigenze del gruppo e della mostra.

A cura di Franco Schenkel

Venezia 15 marzo 2017