extra_toc

Nel periodo 25 febbraio -10 marzo 1968 a Trieste la Facoltà di Lettere e Filosofia fu occupata. All'occupazione fece seguito una serrata da parte del Senato Accademico con sospensione delle lezioni, degli esami e delle lauree. Inizialmente venne tagliato il riscaldamento. Ai primi di marzo si chiesero le dimissioni del Rettore, ci furono manifestazioni di solidarietà da parte di forze politiche e sindacali, oltre che da parte di studenti delle scuole della città. Il 28 febbraio Dario Fo visitò la Facoltà occupata, esprimendo la sua solidarietà alla lotta degli studenti; anche gli studenti greci manifestarono la loro solidarietà con un volantino. 
Fu sicuramente un caso che pochi giorni dopo approdasse a Trieste una nave cinese, la 金沙 (jīnshā, sabbia d'oro). 
Tra gli altri ne diede notizia il quotidiano socialista "Avanti" del ⇒ 20 marzo 1968, che riporta "Sulla poppa della nave cinese « Jinsha», giunta nel porto di Trieste per scaricare resine, sono stati esposti striscioni con frasi di Mao Tse-tung in cinese e in italiano. «Il Popolo, e solo il Popolo — è scritto su uno degli striscioni, — è la forza che crea la storia del mondo. Salutiamo il Popolo lavoratore italiano»."

Primorski Dnevnik 19/3/68Ne scesero diversi marinai cinesi, con le loro caratteristiche casacche "alla Mao" e i loro ⇒ "Libretti Rossi", che distribuivano a chi era interessato. Il fatto creò curiosità nella città. Ricordiamo che "cinesi" era l'epiteto spesso dato agli studenti "contestatori" negli ambienti reazionari.  Ma ci fu chi, sulla nave, vi salì: tra loro alcuni studenti "contestatori" di Lettere e Filosofia.
Lo ricorda Marina Rossi, in un ⇒ articolo sul Piccolo, e lo ricordano Patrizia Biasini e Dario Visintini. Ricorda Patrizia "Sì. La nave è proprio quella. La foto è stata scattata da Dario Visintini che ne conserva ancora l'originale. Nella foto si possono vedere (dall'alto in basso) i compagni: Marina Rossi, un marinaio cinese, Moscarda, Angelo Veggian ed Elvio Toselli; sotto: Sergio Ranchi, Bruno Pecar e, alla destra, Renzo Pincherle. Sono tutti morti tranne Marina, Elvio, Dario. E il marinaio? Chissà...". 

Clicca per ingrandire - Si noti la scritta 全世界无产者,联合起来!Quán shìjiè wúchǎnzhě, liánhé qǐlái! Proletari di tutto il mondo, unitevi!La Jinsha (IMO 6711156) era una nave moderna, varata appena l'anno precedente dai cantieri inglesi, e appartenente alla "China Ocean Shipping Company" di Guangzhou (COSCO), creata alcuni anni prima; la nave è in disarmo dal 1991.
Dal 1961 la Cina stava riorganizzando la sua marina mercantile, per cui questi viaggi erano un un importante segno della ripresa delle relazioni commerciali della Cina con il resto del mondo.
Nel 1968 la Cina era nel mezzo della tragica tempesta della Rivoluzione Culturale (Grande rivoluzione culturale proletaria 无产阶级文化大革命, wúchǎn jiējí wénhuà dà gémìng). Con riviste, pubblicazioni e trasmissioni radio la Cina cercava di acquistare simpatie nel mondo occidentale (la prima edizione del ⇒"Libretto rosso" in italiano è del 1967).
A Trieste tutto si svolse pacificamente, con curiosità e a volte con simpatia, a differenza di quanto successo l'anno precedente alla nave cinese Lí míng (Aurora), arrivata nel porto di Genova il 13 agosto 1967, e ⇒ bloccata per quasi un mese dal "Consorzio" che gestiva il porto poiché i marinai cinesi avevano esposto frasi di Mao e frasi inneggianti all'amicizia tra il popolo cinese e italiano, Era stato loro proibito lo scarico e il carico delle merci, tagliando ogni loro contatto con l'esterno.
 
La diffusione della giacca indossata da molti cinesi nel corso della Rivoluzione Culturale aveva un'origine importante: il suo uso era stato promosso da Sun Yat-sen (tuttora viene usata come uniforme diplomatica), tuttavia nel mondo occidentale veniva considerata segno di un egualitarismo spinto.
Fin dal 30 aprile 1960 dalla Cina Radio Pechino trasmetteva in lingua italiana. La sigla era quella de "L'Oriente è rosso", di seguito veniva riportata una frase del "Mao Tse Tung Pensiero" (Máo Zédōng Sīxiǎng). Verso il '68 si trasmettevano brani dalle "opere modello". Le opere modello, ispirate e revisionate sulle nuove direttive erano otto: cinque opere vere e proprie (⇒ La conquista della Montagna della Tigre, ⇒ Lanterna rossa, ⇒ [La città di] Shajiabang,⇒ Il porto, ⇒ Incursione contro il reggimento della tigre bianca), due balletti (⇒  La ragazza dai capelli bianchi, ⇒ Il distaccamento rosso femminile e il concerto per pianoforte ⇒ Fiume Giallo).
 
Solo qualche mese dopo lo sbarco di cui parliamo, il 4 ottobre, nascerà ufficialmente l'Unione dei Comunisti Italiani (marxisti-leninisti), UCI (m-l), contemporaneamente all'uscita del giornale "Servire il Popolo"; l'Unione si diversificò dal PCd'I (m-l) non ancora scisso tra linea rossa e nera. Diversi studenti nel '68 videro con interesse la nascita di formazioni politiche che si riferivano al "comunismo cinese" come alternativo a quello russo e maggiormente interessato ai cambiamenti rivoluzionari. Non così fu per Marco Rostagno (l'illustratore, non Mauro), la cui felina vena satirica si rivolse ai "Pensieri di Mao".
Le notizie su quanto di tragico stava avvenendo in Cina erano da alcuni considerate parte della propaganda occidentale anticomunista. Ci fu anche la volontà, da parte di alcuni intellettuali italiani, di non diffondere notizie "sgradevoli" sulla Cina: è rilevante il caso della mancata pubblicazione, nel 1960, di un libro della sinologa Edoarda Masi, il diario di un suo viaggio in Cina. Il libro fu ⇒ rifiutato dall'Einaudi (da Renato Solmi in particolare, ma anche Franco Fortini ebbe qualche dubbio sull'opportunità di pubblicarlo: "... un libro come il suo avrebbe la forza di una bomba. Va dunque presentato con ogni cautela, perché esploda nel luogo e nel tempo giusto").
Nel Friuli Venezia Giulia diversi appartenenti al "movimento" furono influenzati dall'interpretazione cinese del comunismo (spesso impropriamente chiamata "maoismo"), sia a Udine che a Trieste: furono persone che ebbero una rilevante influenza sul movimento; in seguito la maggior parte di loro partecipò ad altre formazioni politiche, e il movimento che faceva riferimento alla Cina non ebbe uno sviluppo pari a quello che invece ebbe a Napoli.