{autotoc enabled=yes}BIOEST al Parco di San Giovanni, Spazio Rosa, domenica 3 giugno dalle 18 alle 20. e Proposta di VISITA GUIDATA alla mostra
sabato 9 giugno alle ore 17. Organizzato da Compagn* del ‘68.

Resoconto 

Domenica 3 giugno, all’interno della manifestazione Bioest al Parco di San Giovanni, ha avuto luogo un incontro, promosso dai Compagn* del ’68, dal titolo “Il Sessantotto. Memoria e attualità”.
Purtroppo il luogo previsto, lo “Spazio Rosa”, era caldissimo, perciò si è deciso di migrare in un’altra palazzina, sicuramente più fresca, ma sottoposta al bombardamento di musiche assai vicine e fortissime.
Nonostante ciò, circa una trentina di persone ha partecipato, in vario modo.
All’inizio Benny ha cantato, accompagnato dalla chitarra, una canzone di George Moustaki, dal titolo “Sans la nommer” (che ruota attorno all’espressione “Rivoluzone permanente”) tradotta dal francese in triestino, seguita da due pezzi famosi:“Contessa” e “La ballata di Pinelli”.
Sullo sfondo intanto scorrevano le immagini dell’Università di Trieste (prese dal sito www.quellidel68.it Grazie, Furio!) con cortei, scritte, assemblee affollatissime.

Nell’introduzione Claudio Venza ha affermato che, dopo mezzo secolo, lo spirito del ’68 è ancora vivo e stimolante. In pratica, il Movimento ha mostrato come la potenzialità rivoluzionaria (individuale e collettiva, sociale e culturale), si sia potuta liberare. E un’esperienza riuscita nel passato può spingere a riprendere quel tipo di azioni e di pensiero.
In sostanza, questo Movimento ha un valore storico, ma non solo: di fatto fornisce tuttora suggerimenti a chi non si rassegna alle regole deprimenti e autoritarie del Potere.
Ha poi parlato di quanto è avvenuto all’Università di Trieste tra il 1968 e il 1970 e di cosa allora si sia riusciti a cambiare attraverso occupazioni, seminari, gruppi di studio, cortei, assemblee, contatti con realtà operaie, collaborazione con gli Sloveni e con i numerosi stranieri che qui studiavano (soprattutto Greci e Palestinesi).
Ha spiegato perché i vecchi ‘sessantottini’ si siano ritrovati per riproporre queste esperienze cruciali tramite conferenze, dibattiti, incontri musicali, concerti, un libro e una mostra che è stata esposta prima a Udine e attualmente a Trieste (fino al 17 giugno) al “Magazzino delle idee”.
Tra i numerosi interventi, un ruolo particolare ha avuto quello di uno studente aderente al Collettivo TILT, composto da studenti, lavoratori precari, giovani disoccupati, donne in lotta e altri. Egli ha espresso la convinzione che il ’68 sia stato un grosso movimento perché agiva partendo dalle esigenze degli studenti (mensa, spazi, casa dello studente, tipo di lezioni, libertà di movimento all’interno dell’università…) al di fuori dello strumento della delega elettorale. Anzi con metodi più vicini all’azione diretta.
Ha poi rilevato un fatto sorprendente: molti volantini di allora, con le proteste, le rivendicazioni e gli inviti alla lotta, ricalcano i problemi di oggi e si potrebbero tuttora distribuire tra gli studenti!
Le difficili esperienze di lotta attuale, ha ribadito, vedono le Università ormai asservite al dio denaro e alla competitività dimenticando le responsabilità sociali. Fondamentale in tal senso l’impegno del Collettivo UP, assieme al comitato BDS, per cercare di non collaborare con e per lo Stato d’Israele. Mentre a Torino ricercatori e studenti sono riusciti a imporsi annullando vari contratti con atenei israeliani, a Trieste le iniziative hanno avuto conseguenze quasi solo a livello di minacce repressive istituzionali.
Sono state espresse anche delle perplessità sull’ultimo incontro con Quelli del ’68 che hanno ceduto al ricatto rettorale e hanno pagato per poter usufruire di un’aula. Qualcuno aveva proposto, in linea con lo spirito sessantottino, di occupare l’aula, ma hanno prevalso i timori e così non è stato.
Florenzia, all’epoca studentessa del liceo Petrarca, ha messo in dubbio la validità attuale dell’antiautoritarismo. Secondo lei, oggi nessuno ha un’autorità come avveniva 50 anni fa. Gli ha risposto Mario Verzegnassi, per alcuni anni studente di Fisica e tuttora militante dell’Unione Sindacale Italiana, precisando che l’autoritarismo continua ancora ed è diventato un sistema di potere più complesso, ma sempre oppressivo.
Da più parti si è poi ribadita la necessità di sostenere decisamente le agitazioni dei precari, di chi non ha un reddito e vorrebbe studiare, di chi lavora per un quasi-niente. Anche per questo il 1° Maggio a Trieste sono sfilati due cortei sindacali: uno confederale e l’altro sociale. Una cesura che doveva essere fatta per non continuare con il discorso subordinato della delega e della passività.
Si è poi dato un appuntamento: sabato 9 giugno alle 17 per la “visita insieme” alla Mostra.

Clara Germani


Il Sessantotto. Memoria e attualità.

Mezzo secolo dopo, il ’68 è ancora vivo e stimolante.

L’esperienza di quel Movimento studentesco (ma anche operaio) ha mostrato come si può liberare la diffusa potenzialità di rivoluzione individuale e collettiva, sociale e
culturale.

Il Movimento ha un valore storico, ma non solo. Il ‘68 fornisce suggerimenti a chi, anche oggi, non si rassegna alle regole deprimenti e autoritarie del Potere.

A Trieste all’Università, unica sede regionale, quelle lotte del ’68-‘70 hanno significato un impegno di migliaia di giovani decisi a cambiare radicalmente l’istruzione e la società.

Dalle occupazioni ai gruppi di studio, dai cortei alle assemblee, una generazione ha scoperto il gusto della libertà e dell’autogestione. E quel Movimento ha cambiato, e in molti casi per sempre, la loro vita.

Ancora oggi si può entrare nello “spirito del ‘68”, alla scoperta dei valori antiautoritari ed egualitari. I loro effetti radicali si vedono anche nei profondi cambiamenti nella cultura e nell’atmosfera sociale che hanno segnato gli anni Settanta, creativi e infuocati.

L’incontro del 3 giugno prevede confronti fra le diverse modalità personali di partecipare al ’68 e offre una migliore conoscenza di quel Movimento attraverso canzoni, poesie, proiezioni.

Punto caratterizzante di questo appuntamento è verificare se e quanto, le istanze antiautoritarie (parte essenziale dello scoppio del ’68) siano presenti nei movimenti di oggi.


Proposta di VISITA GUIDATA

alla Mostra “Prendiamo la parola. Esperienze dal ’68 in Friuli Venezia Giulia”, in corso presso il Magazzino delle Idee accanto al Teatro Miela, per la giornata di sabato 9 giugno alle ore 17.

La Mostra propone documenti esplicativi, sia locali che più ampi (dai manifesti ai volantini, dalle fotografie a video interventi, dai cartelloni alle scritte) che riproducono quel contesto effervescente ed entusiasta.

E’ disponibile un volume di 160 pagine, con lo stesso titolo della Mostra, con varia documentazione e la raccolta di quasi una trentina di testimonianze (ed. Gaspari, 2018)