A. Sai mi sono proprio rotto i coglioni di quegli INTELLIGENTI del giorno dopo
B. Cioè
A. Quelli che: "Trump ha vinto perché la middle class è da anni in sofferenza, gli operai hanno perso il posto di lavoro per la delocalizzazione e la robotizzazione, non esiste più la possibilità che i figli abbiano un futuro migliore dei padri, non è accettabile che neri e latinos diventino più importanti di noi "vecchi bianchi" protestanti e pionieri... e poi lesbiche, gay... e donne che comandano"
B. Ma è vero, il risultato americano va letto proprio così.

A. CERTO... ma lo sapevamo... da quanti anni saggi inchieste dicevamo che questo sta succedendo e che bisogna tenerne conto...
B. Hai ragione... ma il nostro mondo pensava di avere ricette per contrastare la tendenza... poi i poteri
economici, finanziari...
A. Invece... secondo me è un BENE che si sia rotto il meccanismo..
B. Vuoi dire che va bene che ha vinto TRUMP !?
A. Ma sì... si sono rotti gli schemi ci ha costretto a pensare ad un mondo che si può giocare in modo
diverso. 
B. Fine della globalizzazione - come cominciano a dire- ritorno al "particulare", agli Stati, alle nazioni ..a politiche protezionistiche
A. Non lo so... comunque il mondo non si mette in scatola.... ma un Europa così... già contavamo poco prima... poi basterebbe un po' di conoscenza storica per sapere che... o regoliamo l'INVASIONE o gli invasori comanderanno...  certo non saranno più tribù del Nord Est ma gente (anche di colore del Sud).
B. Ho capito, fai il grillo parlante... allora cosa vuoi fare per dare risposte appropriate?... un partito di di vecchi intelligenti, l'assalto a quello che rimane della sinistra o del PD, la LAGNA di quelli che avevano capito ma... altro?
A. Non lo so... scarto tutte le ipotesi... comunque c'è un un tempo - a mio giudizio - in cui non puoi più dire "io il mio l'ho fatto", ci sono stati gli anni del berlusconismo, la politica - imposta dalla Germania - non consente margini di intervento...
B. Allora fai una proposta... altrimenti facciamo gli intelligenti che spiegano a tutti di essere stupidi!
A. Hai ragione non lo so... però penso che qualcosa dovremo inventarci per... CONTARE... essere nel mondo... pensa il sogno del 68...VOLEVAMO CONQUISTARE IL CIELO... non ci rassegneremo a finire delusi, rassegnati, frustrati... sconfitti dentro
B. OK dammi la strada...TORNO
A. NON lo SO...ma PROVIAMOCI ancora ASSIEME... l'ILLUSIONE e l'UTOPIA non hanno tempo..

Mauro G. 

Una risposta di Carlo B.

Da un mio atteggiamento di fondo estremamente pessimista condivido però ancora una volta il dibattito interno che si fa Mauro.

Qualcosa bisogna fare, qualcosa ho continuato a fare in tutti questi anni per riflesso condizionato, per l'effetto dell'irriverente Pik Badaluk [NdR v. Storia & Storie], per l'effetto del '68, perché la speranza è l'ultima ... perché fino a quando si vive, si pensa, si discute e si agisce.

Non penso si otterranno risultati significativi, risultati che diano anche solo una piccola scossa alla società. Mi è sufficiente dare una scossa alle persone con cui vivo, a qualche giovane, ai vecchi amici e a me stesso.
Parlando con Furio P. è emerso che il nostro pessimismo di fondo sulle sorti dell'Uomo, non solo nostre ovviamente, non tra mille anni ma entro il secolo, deriva principalmente dalla constatazione che la crescita senza limiti della popolazione mondiale e dell'economia comporta il tracollo di un sistema chiuso com'è la Terra. Il Club di Roma (Aurelio Peccei) fondato nel 1968 lo ha scritto ed evidenziato con chiarezza [NdR "I limiti dello sviluppo"]. D'altro canto una decrescita della popolazione (anche lenta, ma come?) comporterebbe un tracollo economico micidiale (decrescita infelice).

Soluzioni ovviamente non ne vedo. Verranno imposte dall'economia, dall'inarrestabile desiderio di Ulisse, e mitigate o peggiorate dalle nostre scelte, dal nostro agire, dall'agire delle generazioni più giovani, e qualcosa sarà. Per quanto riguarda l'America sono ottimista, la metto in positivo.

Vanni DL, compagno di collegio nel '69 in via Spalato, un guitto intenibile del Teatro ingenuo, prima delle elezioni mi aveva scritto: "Tra un Matto ed una serial Killer (libia e Siria sul groppone), meglio un Matto." Ha precisato poi che il popolo americano ha votato per Marjuana e armi libere a tutti.

Può essere il mix e la soluzione giusta, tanto attesa, per dare giustizia ai nativi e al mondo: c'à si copin tra di loor, pim, pum, pam, tapum, zip zip.
Non è proprio così, ma mi piace pensarlo.
Ciao Carlo B.

"Robaccia" Una risposta di Nicola D.C.

La digestione fu forse difficile, ma te la sei portata fuori bene.
Siamo degli inguaribili aristocratici; i peggiori bar di Caracas ci vanno bene per un paio di giorni. Non di più, ma sai l’emozione! Poi però abbiamo bisogno di cambiarci la camicia, di farci un bidet, di lavarci i denti e di riportare il cervello in luoghi consoni.
Quelli che nei peggiori bar di Caracas vivono tutti i giorni, che non hanno altri luoghi dove andare, ti guardano arrivare, prendono mentalmente nota e sanno che non sei dei loro. Prima o poi, nella democrazia del cafone (la democrazia, al momento del voto, non può che essere l’espressione del cafone, dimenticato? E: si può dire?) ti faranno pagare il conto. Il conto arriva sotto mille forme. Trump, miliardario principe dei cafoni, è una di quelle forme. Ha vinto (o forse non ha vinto, il meccanismo gli ha consentito di vincere).
E’ uno dei modi per presentare il conto a questi puzzoni che fanno ammuina, ma non includono, escludono (con un sorriso); che non allargano, restringono (con un sorriso); che richiedono che il cafone resti cafone, al suo posto, ma senza esprimere un voto inguardabile, convintamente felice invece di esercitare l’inalienabile diritto ad eleggerli, nel tripudio della democrazia politicamente corretta. I puzzoni.
Il tutto presentato con le paillets di quel che è politicamente corretto, le unioni gay, le unioni inter razziali, quelle civili, gli avanzi di welfare, l’accoglienza, le adozioni di Vendola. Tutte cose sacrosante, intendiamoci, ma sono le brioches di Maria Antonietta, perché il pane te lo stanno rapinando da anni. I puzzoni.
Anticamente si chiamavano classi dirigenti. Ed erano capaci di produrre, esprimere quella cosa con cui ci siamo baloccati negli anni nostri più giovani: egemonia. E l’egemonia è in fondo quella cosa per cui qualcuno sa indicare ed anche costruire una strada ed un futuro. E sei capace di farlo comprendere, perché, forse, si può fare. O almeno si può tentare.
Sono felice di essere stato ed essere aristocratico. Non potrei diversamente. Ma abbiamo pian piano fatto scivolare l’aristocrazia, anche quella del pensare grande, nella banalità. L’aristocratico inventa, tenta di capire scenari, di disegnare scenari, di muovere potere per mettere in movimento scenari. Non vivacchia seduto sulle banalità intercambiabili durante la settimana, incerto se gustare vino prodotto in acciaio o quello in barrique (ma almeno dai una mano a produrlo cazzo! non parlarne e basta!), non sbatte i piedini da educanda perché ti modificano qualche parte – e non essenziale - della sacra Costituzione più bella del mondo (apprezzo Renzi, si intuisce?).
Abbiamo tollerato di sonnecchiare, accettare ogni porcheria che ci è stata propinata, talvolta porcheria, talvolta insipienza, talvolta furbate travestite di sinistra. Comincio ad incazzarmi. Quindi è bene che mi fermi, per il momento.
Comunque poche cose: Non mi piace Trump e credo che l’unico che potrebbe a ragione parlarne sia Trapattoni, che lo farebbe diventare Strump; resto d’accordo con Henry Kissinger che, sia pur parlando di altro contesto, disse: “peccato che non possano perdere tutti e due”; resto convinto che l’unica occasione perché le cose andassero diversamente l’abbiamo persa quando i puzzoni segarono (non a caso) le gambe a Gorbaciov che sosteneva che, di fronte al mondo che si globalizzava, era necessario pensare, e mettercisi a lavorare, ad un governo globale del mondo (l’Urss stava già defungendo, ma non era defunto). Quello sì era uno scenario, ed era coraggio, divenuto purtroppo perdente in partenza. Ed era Gorbaciov a dirlo, non un Giggino qualunque.
Caro Mauro, ho scritto robaccia di getto. Forse altra robaccia seguirà. Discutere “sfacciatamente” è sempre cosa buona, per me. Perché rimango convinto che abbiamo tanto bisogno di “sapere”, “scienza”, coraggio, disincanto e di non smettere mai di imparare a “guardare”. Con un po’ di spietatezza, e meno condiscendenza, anzitutto verso noi stessi (ovviamente non è diretta a te).
Ancora ciao di cuore