Ristorante Borgo PoscolleCare/i, vi mando, dopo i contributi di Mauro e Carlo, una mia piccola visione del prossimo futuro, a partire da domani

VERSO CAVAZZO E OLTRE

Ci troviamo ancora, dunque, per ri-conoscerci, dopo esserci già conosciuti in un lontano, breve ma intenso periodo, in cui abbiamo condiviso idee e azioni per combattere contro lo stato esistente delle cose all’Università di una città non provinciale ma periferica, segnata da pesanti lacerazioni e crisi sociali, da lutti e violenze protratte nel tempo e allora molto vicini nella coscienza della città.

Per questo non siamo solo un’espressione anagrafica e il ri-trovarci non credo sia una riedizione della cena della maturità o altra manifestazione di reducismo banale, piacevole ma fine a sé stesso.

Certamente, dopo aver smesso di lavorare, mi trovo ad avere il tempo e l’urgenza di ritrovare vari pezzi della mia vita; i vari pezzi sono fatti prevalentemente di rapporti e di amicizie con chi ha condiviso con me progetti ed esperienze e che vorrei coinvolgere oggi in un bilancio su quello che abbiamo fatto insieme.

Ma noi, quelli del ‘68, abbiamo ancora qualcosa da dire o, addirittura, da fare: una domanda o una affermazione? Io propendo per la seconda, non perché sono affetto da protagonismo senile, ma perché vale la pena coltivare, ancora insieme, quel pezzo di vita che abbiamo fatto all’Università di Trieste e proiettarlo, se ci riusciamo, nella vita attuale, purtroppo molto distante da quello che pensavamo dovesse essere il futuro.

A Cavazzo cominciamo, come si conviene con le cose serie, mangiando insieme, e “annusandoci”, nel contempo. É il minimo e il necessario da fare, poi spero si prosegua per ri-trovarci e per verificare come spendere il nostro “patrimonio” collettivo, se lo scopriamo.

Mantenendo l’Assemblea generale del mercoledì al San Marco, propongo di fissare un altro incontro per primavera, un’Assemblea come quella di Cavazzo, che duri più di due ore e che dovrebbe essere costruita attraverso il sito, dove verificare la convergenza su “qualcosa da fare” più che misurare le differenti posizioni, di quella volta e attuali, che certamente troveremo.

Ovviamente non può essere compresso o depresso il piacere di trovarsi assieme, motore primitivo di questa nuova esperienza; anzi, non vedo male una proliferazione di sotto – assemblee su temi e con partecipazione “non generale”, sempre inclusive, aperte e accompagnate da spirito e pratica conviviale.

A tra poco Franco S.