Trieste. 21.11.2016  - Un martedì di ottobre telefono a Franco S. Per dirgli che ho una casa tutta mia (in affitto, intendiamoci…) e che posso e desidero ospitarli appena, con Flavia, vuole venire a TS.

“Domani, al S.Marco, alle 10!” - mi dice.

Sulle prime sono risentito: non ne avrei saputo niente se non l’avessi chiamato !?
Poi sono perplesso: gli organizzatori sono “quelli del PCI” e magari, ormai, renziani !?
Beh, ma c’è Carlo B. per esempio !!!

E poi, se c’è una cosa che ho continuamente re-imparato: mai rifiutare un incontro…


Ed infatti, quel mercoledì, dopo quindici minuti, accatastati al tavolo di Magris (che non c’é): 
“Cazzo Mauro ! Ma sei diventato simpatico!”.

Ecco. Se convocarsi come Assemblea Generale degli Studenti è, ovviamente, un gioco… può partire la ricerca.

Nomi, volti, riconoscimenti perplessi, e mail e telefoni e WhatsUp; e quelli e quelle che non ci sono più. Ed il loro bene, che mi manca. Per cui, ancora di più, quello che desidero è il bene di chi c’è ancora e per chi c’è ancora.

Vorrei, come quella volta, essere conosciuto, riconosciuto e, se disconosciuto, approfittare del tempo che resta. Per continuare, attraverso ciascuno di voi, a conoscere me.

Non dico qui una banalità psicologica, guardo ancora, per esempio, il Comitato di Lotta di Matematica e vedo la dolcezza di Oliviero S., l’esattezza femminile di Gerda, la brillantezza di Andrea S. e Franco R., l’ironia di Igor M., Fulvio B., quello del PCI che ne sa di più, ma che ha un sorriso spaccapietre, e Fulvia, Luisella e quell’ingessato di Predonzan, che non solo era un pessimo insegnante, ma ci disprezzava. Ci disprezzava, capito !???

Merda al clero, baroni di merda.

Io, all'epoca, non solo non sapevo cosa e chi ero, ma non solo in quell'Università, ma nella vita proprio. E non sapevo nemmeno che, per vivere, avrei dovuto cominciare ad immaginare, incontrare, tentare di capire, insieme. Che potevo farlo, cazzo!!! E non solo obbedire all'affetto profondo e spaventato di mio padre. E’ questa mi sa la vera cosa importante che ho imparato quella volta.

(Come dice Mandela: “Vinco quando imparo.”)

Ho fatto un bel salto quella volta, verso me stesso. Tra gruppi di studio, assemblee, baberie, gatterie, vie giulia e f.severo e dei capuano, e casa di Ornella M., che non sono riuscito a ritrovare, ancora…..

Un salto nel bene, con la b maiuscola. Non “verso” il bene. Ma “nel” bene, riconoscibile senza alcun dubbio: quella cosa che esiste solo quando è mio quanto tuo e nostro… altrimenti, beh di “altrimenti” forse avremo tempo, ci daremo tempo, per parlarne.

Non vedo l’ora di incontrarvi tutti, tutte, e ciascuna e ciascuno.

Ed il luogo che si è fatto scegliere per questo PRIMO incontro non poteva essere più giusto.

A venerdì.
          Amicizia

                                Maurizio C.

PS: Questa mattina mi sono imbattuto in Nazim Hikmet, mi sembra che non siano parole solo di uomo a donna, ma anche di uomo a uomini, di essere ad esseri insomma.

Amo in te
l’avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.

Amo in te l’impossibile
ma non la disperazione