Il caro Dario Visintini lo ricordiamo con affetto e con rispetto per la sua esperienza politica. Di sé diceva "Oggi sono un anziano combattente, non ancora in pensione dalla politica, che cerca ed in parte riesce a passare il testimone a compagni di altre generazioni... stando comunque sempre attento a ciò che succede in Italia e nel mondo. Non mi sento ancora, se si può dire, 'fuori dalla Storia"”.
Diversi sessantottini lo hanno avuto per un periodo come "maestro", come dirigente del Partito Comunista d' Italia  (marxista-leninista), fin da quando nel 1966 contribuiva alla lotta in difesa dei Cantieri Riuniti dell'Adriatico contro il piano C.I.P.E.. Il suo '68 lo vide in giugno incarcerato a Trieste. Un abbraccio alla cara Patrizia Biasini, compagna di vita e di lotte.
Dario racconta brevemente sé stesso in "Storia e storie" ⇒ CV - Dario Visintini e ancor più compiutamente in un file audio che presentiamo qui sotto.
E' grazie a Dario che possiamo leggere i documenti dell'occupazione di "Lettere" nel febbraio 1968 ⇒ Potere studentesco - marzo 1968 nella sezione "I Documenti" del sito: fu lui a raccoglierli sotto forma di "Libro bianco" e a fornirci la copia, poi digitalizzata.
Fu nel '68 vicino a molti giovani, lui già ventottenne, alcuni dei quali si mossero nell'ambito della "nuova sinistra" (o "rivoluzionaria" come indicava sé stessa), altri nel PCI. Ci portò i primi "Libretti rossi", libretti che avevano con sé anche i marinai della nave "Jīnshā", la prima della nuova Cina ad approdare a Trieste (⇒ 1968: arrivano i cinesi!). 
 
"Molti ricordano" - dice Aldo Colleoni - "quella mattina quando prima della assemblea generale sono arrivati all'università e hanno trovato una grande scritta sulla facciata "VIVA LA DITTATURA DEL PROL" interrotta da una gazzella della polizia che si è portata via l'autore Dario Visintini, classe 1940 rivoluzionario di professione". 
 
"Il popolo, e solo il popolo, è la forza motrice che crea la storia del mondo"
"Il nostro punto di partenza è servire il popolo con tutto il cuore,
e mai, neppure per un momento, staccarci dalle masse"