L'Unità del 27 agosto 1968Agosto 1968. Contestazione della Mostra del Cinema di Venezia. Quindi il '68 è contro la "Cultura", dirà qualcuno? No: tra i promotori della contestazione c'è l'ANAC, L'Associazione degli Autori Cinematografici. Troppo peso, dice l'ANAC, hanno i produttori, quelli che vedono preminente l'interesse economico. Discorso serrato tra autori, critici, giornalisti, produttori, popolazione. Chiarini, il direttore della Mostra, si muove da anni con una politica che assegna premi ad autori controversi (Le mani sulla città di Rosi, La battaglia di Algeri di Pontecorvo - creando furore tra i francesi), ma - dopo la ⇒ contestazione di Cannes di poco precedente - aveva già promesso l'intervento della Polizia, come accadde.
Il registra Ferreri promette l'occupazione, si perviene ad una serrata, poi alla concessione di un'assemblea, poi alla chiusura del dialogo.
"Teorema" di Pasolini viene presentato, poi ritirato, poi proiettato comunque per volontà del produttore.
Ottimi autori stanno chi da una parte, chi dall'altra, chi non sa dove.
Il risultato è la pervicace continuazione della Mostra, solo per provocare, come conseguenza, la sua sospensione per un decennio, fino al 1980.
Nata nel '32, in pieno fascismo, la Mostra dovette cambiare più volte: come farlo era il problema.

Un ricordo di Carlo

Sono stato arrestato per due ore anche all’inaugurazione della biennale arte, nell’unico giorno libero dopo cinque mesi di lavoro nel campeggio Fusina. Mi sono presentato all’inaugurazione ai giardini. Quel giorno non c’erano manifestanti organizzati. Un giornalista inglese, conosciuto lungo le rive, mi aveva regalato un invito per poter entrare. Presentatomi all’ingresso con la faccia di festa e un bel sorriso, tra un nugolo di giornalisti in attesa di casino, sono stato fermato perché, oltre che la faccia, non avevo l’abbigliamento consono all’evento. Ho fatto un breve comizio nel quale, a mani alzate, avevo asserito che la mostra non era riservata solo a contesse e vescovi e puttane (mi scuso). Nell’arco di pochi minuti mi avevano fatto entrare grazie ai fotografi e alle telecamere. Dopo qualche decina di metri sono stato arrestato dai carabinieri e portato in una piccola serra sulla sinistra dell’ingresso. Sono seguite inutili e Vibrate proteste, oltre la richiesta di un avvocato come previsto nei telefilm.  Fortunatamente dopo due ore sono arrivati due ufficiali della polizia. Ho battuto un pugno su un tavolo sgangherato gridando che tra armi diverse non potevano fidarsi tra loro. Mi hanno lasciato andare ed ho potuto visitare in sicurezza i padiglioni con scorta armata.   

La stampa di sinistra   

La Stampa del 27 agosto 1968Mentre la "Stampa borghese" più che sull'interpretazione si limita alla cronaca (ponendo magari il recalcitrante Pasolini a capo della contestazione, cosa che non fu ⇒ La Stampa del 27 agosto 1968), quella di sinistra interviene sull'interpretazione politica dell'evento, magari asservendo i fatti ai diversi obiettivi politici.
"L'Unità" riporta il tutto sul binario di una richiesta democratica da parte della Società (⇒ L'Unità del 27 agosto 1968), aprendo con il titolo "In corso a Venezia le trattative per una mostra più libera e democratica" e di contrapposizione tra il "vecchio" ("E' morta la vecchia mostra") e il "nuovo", "insieme con le diverse intellettuali qui presenti", ma lasciando aperto lo spiraglio a "quelli che non sempre in buona fede si rifiutano di capire", anche perché tra essi ci sono molti "critici di ispirazione cattolica".
Da parte di Rinascita, il tema è stato affrontato nel numero del 30 agosto 1968 (⇒ pag. 13, ⇒ pag. 14, ⇒ pag. 15 ).
Quasi anticipando l'avversione allo "sfarzo esibito" presente anche nella contestazione alla Scala del 7 dicembre e in quella della Bussola il 31 dello stesso anno (e i "velluti" e gli "ori" della Locomotiva di Guccini nel 1972), si trova detto, nell'articolo:
"La cerimonia inaugurale della 29" Mostra lo ha confermato: gente di cinema non ve n'era. In compenso la sagra dell'idiozia in abito da sera ha avuto un ennesimo brivido di eccitazione, protetta da centinaia di questurini in borghese e in divisa, stipati persino sulle scale del casellario riservato ai giornalisti accreditati. Niente di più confacente agli incerti passi di un cadavere in putrefazione, che ripete il ritornello dei grandi valori della cultura mentre un giovane giace in ospedale con la commozione cerebrale per le botte e percosse subite."
 
Ma la contestazione viene a sua volta contestata "da sinistra" su "Ombre Rosse" (⇒ gennaio 1969) In quanto l'ANAC viene accusata di volere la "cogestione":
"La contestazione. È stata una battaglia di retroguardia. E per di più imposta su obiettivi sbagliati e contraddittori. Sugli obiettivi generali dell'Anac (enti di Stato, film d'arte, circuito parallelo...), sulla loro illusorietà, sul loro corporativismo (l'isola felice in un mondo di merda), sulla loro inadeguatezza a risolvere il rapporto con il pubblico (un circuito d'arte cristallizzerebbe la spaccatura tra « intenditori » e masse, allargherebbe si un po' il numero degli spettatori, ma nemmeno sfiorerebbe il problema del rapporto con le masse, e non solo con le élites borghesi, dell'impostazione di un discorso politico, ecc.), O[mbre].R[rosse]. si è già pronunciata, e ci tornerà su nei prossimi numeri. È chiaro che tutto questo sarebbe meglio di com'è adesso, è chiaro che siamo piuttosto con l'Anac che non con la polizia e Chiarini; ma il problema non è questo. Il problema è prima di tutto se sono mete realizzabili, il che equivale a chiedersi se è possibile oggi una vera democrazia, reale e diretta, in una società borghese. La nostra risposta è no."
 
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Un approfondimento sulla ⇒ Mostra nel periodo 1963-1968        
276 U19680827_009_VE_ContestazioneMostraCinema.pdf (0 kB) L\'Unità 27 agosto 1968
276 3400 (0 kB) Rinascita 30/8/1968 pag. 13
276 3400 (0 kB) Rinascita 30/8/1968 pag. 14
276 S19680827_VE_MostraCinema.pdf (0 kB) La Stampa 27 agosto 1968