Venerdì 13 dicembre 1968 – La prima Assemblea Generale
Appunti di Furio Petrossi - che fece parte della delegazione ricevuta dal Magnifico Rettore - scritti la sera stessa dell'evento. Disegni sulla prima impressione dell'aprirsi dell'Aula e dell'Assemblea. ⇒ Cronaca ⇒ Il Piccolo  ⇒ Primorski Dnevnik


Manifesto di convocazione dell'AssembleaOre 17 in Aula di Chimica: trovata chiusa, ci si sposta in Aula F.

Apertura ore 17.13 elezione del presidente (+ di 400 persone) Zanini 141 - Fonda 74 - Schenkel 50 - De Bello.
Riassunto dei fatti. Lettura articoli del Giorno e del Piccolo, relazione sull’incontro con il Rettore. Voci che chiedono di andare in Aula Magna (si è in quasi 500 e l’aula F scricchiola). Mozione Schenkel: mandare una delegazione dal Rettore per chiedere l’uso dell’Aula Magna; se il Rettore non accetta, andarci comunque. Invio della delegazione (7 persone). Si richiede di essere ricevuti dal Senato Accademico o dal Rettore. Il Rettore riceve 4 persone (di Ingegneria, Scienze Biologiche, Naturali e Fisica).

Incontro con il Rettore
Si richiede l’Aula Magna: il Rettore dapprima protesta perché nessuno l’ha avvertito dell’assemblea, gli si fa presente di una precedente delegazione di 3 persone mandata la mattina, che gli chiedeva l’Aula Magna e che lo aveva avvisato di una assemblea alle ore 17 in aula di Chimica Applicata. Il Rettore si fa più nervoso. Afferma che non vuole dare l’Aula Magna per 2 motivi: uno di prudenza (per evitare disordini) e uno morale (l’Aula Magna serve per le manifestazioni più importanti dell’Università e non può essere data ad un’assemblea di studenti); gli si fa presente che l’Assemblea è un fatto altamente morale, ma risponde che non si è lì per discutere sulla morale. Si insiste facendo presente che è più prudente concederla, si sorpassano i propri compiti proponendo un’aula di uguali dimensioni (che non esiste); il Rettore dice che non vede soluzioni: aule grandi non esistono (naturalmente non prende in considerazione l’Aula Magna. Ad un certo punto sbotta (sull’inaugurazione dice che è stufo di prendere “pesci in faccia”); prima di lasciare la delegazione afferma che è pronto a ricevere altre delegazioni, che richiedono altre cose. Gli si è già fatto capire, e lui stesso l’ha detto, che l’Aula Magna sarà molto probabilmente presa comunque. Ci si lascia.

Si ritorna in Aula F
Click! per ingrandire Click! per ingrandireViene riferito l’esito dell’incontro. Confusione. Si sta per votare la mozione Schenkel quando arriva il Rettore della Facoltà di Economia e Commercio offrendo, al posto dell’Aula Magna, la sede della vecchia mensa (è fischiato da qualcuno). La confusione si fa maggiore. Vengono presentate mozioni su mozioni [Andare in Aula Magna, alla Mensa]. Intanto c’è confusione perché non si sa se una persona sia studente o no. Si dimostra che è uno studente. Il baccano si prolunga. Vengono infine lette le 2 mozioni [Aula Magna o mensa vecchia] si fa una prima votazione [120 A.M. – 90 M.V.] – data la confusione si decide di fare un’altra votazione. Un tentativo di votare a blocchi; canti goliardici e boicottaggio.

Votazione: a Destra quelli chi vuole la Mensa, a sinistra chi vuole l’Aula M.; una quindicina di astenuti: 210 contro 180.

Si prende ancora tempo, intanto quelli che hanno votato per l’aula magna si preparano ad andare. Giorgetti dice che la proposta della mensa che è stata fatta per creare quella linea (corridoio) che separa le due opinioni (sull’) Aula Magna e propone una soluzione di compromesso: la Mensa Nuova – non accettata.

Si va in Aula Magna dalla parte destra. Primi tentativi si saggiare la resistenza della porta (8 persone sono davanti alla porta per difender(la)). Si decide di andare a chiedere le chiavi al rettorato. La porta a vetri del rettorato è chiusa. Si propone di sedersi e aspettare magari fino a mezzanotte.

Confusione. Viene portata una panca per sfondare eventualmente la porta. Tentativi di forzarla. Si scandisce a gran voce “Aula Magna”, “Assemblea”, “O-Oh”.
Infine, temendo anche l’arrivo della polizia si danno due minuti di tempo per avere le chiavi.

Si incomincia a contare alla rovescia da 120, a gran voce, in coro [accentuato il numero 69, altissima voce a cominciare dal 12] allo “0” si corre tutti al piano superiore: porte dell’Aula Magna Ala sinistra. Si decide di non sfondare con una panca per non rovinare il legno. Si provano vari tipi di chiavi. Voci di sfondare la porta, ma in questo momento arrivano le chiavi: il Rettore (o chi per lui) concede l’Aula Magna fino alle 22. [si forma una catena perché non premano da dietro] si accendono a poco a poco le luci: per la prima volta nella storia dell’Università di Trieste, nell’Aula Magna si riunisce l’Assemblea Generale degli Studenti.